L’esame, denominato PancreaSeq e messo a punto dai ricercatori della University of Pittsburgh, ha un’affidabilità molto elevata.
Un nuovo test consente di ridurre il numero di interventi chirurgici non necessari in caso di sospetto cancro del pancreas. I ricercatori della University of Pittsburgh hanno infatti messo a punto un nuovo test in grado di distinguere con un’affidabilità vicina al 90% le cisti pancreatiche benigne da quelle che possono trasformarsi in cancro.
“Le cisti pancreatiche possono essere classificate in maniera grossolana come non mucinose, che sono benigne, e mucinose, che hanno il potenziale di dare origine a una forma di cancro del pancreas”, spiegano i ricercatori sulle pagine di Gastroenterology.
Il test, denominato PancreaSeq, è basato sulla ricerca di 22 geni all’interno del fluido prelevato nelle cisti. L’efficacia è stata testata su 1.832 pazienti seguiti per due anni. Il test ha riconosciuto le cisti mucinose nel 90% dei casi, senza dare mai falsi positivi.
“C’è una probabilità molto bassa che le cisti mucinose diano origine al cancro, ma identificare accuratamente questo tipo di cisti è importante perché ci offre una finestra di opportunità per monitorare i pazienti e prevenire lo sviluppo del cancro del pancreas”, ha affermato Aatur Singhi, coordinatore dello studio, secondo cui il test si candida a entrare nelle linee guida per la gestione di questa neoplasia.
Grazie all’analisi è possibile distinguere anche le cisti non mucinose dai tumori neuroendocrini cistici, che potrebbero o meno avere necessità di un intervento chirurgico. “La nostra speranza è che PancreaSeq consenta non solo di migliorare la diagnosi precoce del cancro del pancreas, ma anche di evitare il sovra-trattamento e gli interventi chirurgici non necessari per le cisti non tumorali”, ha concluso Singhi.
Redazione Nurse Times
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