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Camaiore, è record di aggressioni all’ospedale Versilia

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Camaiore, è record di aggressioni all’ospedale Versilia
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La media, nel 2018, è di due episodi al mese. Pronto soccorso e psichiatria i reparti più a rischio. La Asl corre ai ripari.

È un record che l’ospedale Versilia di Lido di Camaiore non avrebbe mai voluto detenere. Perché si parla delle aggressioni a medici, infermieri e in generale operatori sanitari da parte di utenti, ma anche pazienti, che hanno perso il controllo e sono diventati violenti. Usando parole di fuoco, minacciando e, in qualche caso, anche alzando le mani. Ben 23 gli episodi denunciati tra il 2017 e i primi sei mesi del 2018. E sono in aumento: soltanto nella prima metà di quest’anno le denunce sono state 13. Il che significa due episodi al mese.

È l’Asl a fornire i numeri e a rendere evidente il record del Versilia rispetto agli altri ospedali. Un paragone? Nel 2017, a fronte dei 10 episodi avvenuti tra le mura dell’ospedale di Lido, a Lucca, ci sono stati 4 casi, a Massa 3, a Livorno 7 e a Pisa 2. «È un dato che può essere letto in due modi – afferma Tommaso Bellandi, direttore della struttura Sicurezza del paziente dell’Asl –. Sicuramente al Versilia il fenomeno è più evidente, ma c’è anche una consapevolezza maggiore sull’importanza di denunciare l’accaduto, in modo che l’Asl possa ricostruire e capire come intervenire. Anche quando abbiamo sbagliato noi: non è nostra intenzione fare muro contro muro e dire che la colpa è sempre dei pazienti».

Ma le aggressioni sarebbero più di quelle segnalate. Ne è convinta l’Asl. Spiega infatti Emilio Giovannini, direttore del servizio Prevenzione e protezione dell’azienda sanitaria: «Il fenomeno è sicuramente sottostimato rispetto alla realtà». Questo perché molti operatori non denunciano. Così la Asl Nordovest ha deciso, per la prima volta, di prendere di petto una questione che sta diventando sempre più spinosa, costituendo un gruppo di lavoro per l’analisi e la prevenzione del rischio di aggressioni a danno degli operatori sanitari.

Saranno svolti corsi di formazione per i dipendenti, in modo da spiegare loro come comportarsi in caso di comportamenti violenti o a rischio. Ma ci saranno anche contromisure tecniche. La prima riguarderà la Psichiatria e potrebbe essere estesa presto anche a reparti dove i rischi sono maggiori, come il pronto soccorso. Si tratta di un sistema di allarme personalizzato, con ricetrasmittente in dotazione a ogni operatore sanitario per mandare un Sos immediato in caso di bisogno al poliziotto del posto fisso o alla guardia giurata.

Lo dicono le cronache, non è un mistero: sono il pronto soccorso e la Psichiatria i reparti dove medici e infermieri sono più esposti. «Un sondaggio recente – spiega la Asl – dice che l’80% delle persone che lavorano in pronto soccorso ha subito un’aggressione nella propria carriera». Percentuale che, stando a quanto racconta la prima linea dell’ospedale di Lido, è verosimile. Mentre in psichiatria è avvenuto il caso più grave degli ultimi anni: medici e infermieri sequestrati e minacciati da un paziente che aveva perso la testa. Però può succedere anche altrove, in momenti che sembrerebbero insospettabili. Come in Ostetricia, dove un padre è diventato una furia con ginecologi e ostetriche in sala parto. Mentre nasceva il figlio.

Fonte: Il Tirreno

 

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