Dopo un anno di stop alle relazioni sindacali, si è conclusa con un aggiornamento al 18 di gennaio la riunione con i sindacati convocata per ieri dal Dipartimento Salute e welfare della Regione Calabria. Al centro del dibattito, le risorse messe a disposizione dal Governo di Roma per incentivare il personale medico che presta servizio nelle aree di emergenza.
“Abbiamo bruciato il 2023, nonostante ci sia a disposizione una montagna di risorse dal sistema indennitario” ha commentato Luciana Giordano, segreteria di Cisl Fp Calabria al termine del faccia a faccia avvenuto da remoto e durante il quale i sindacalisti di Cgil, Cisl, Uil, Nursing Up e Fials non hanno mancato di sottolineare il ritardo con cui la Regione affronta la questione delle indennità.
Già nella Legge di Bilancio 2021 il Governo aveva stanziato risorse per la Calabria da destinare al personale sanitario a titolo d’indennità di pronto soccorso (1.153.596 di euro). Altre nel Decreto Bollette (2.198.269 di euro) per aumentare gli importi delle prestazioni aggiuntive: 100 euro ai medici e 50 euro agli infermieri. E ancora nell’ultima Legge di Bilancio il Governo ha previsto nuovi stanziamenti (6.240.000 di euro per la dirigenza e 2.496.000 per il comparto) per aumentare gli importi (oltre 100 euro per i medici e fino a 60 euro per il comparto), estendendo l’intervento economico fino al 2026.
Ma per ora i medici e gli infermieri impegnati nei reparti più caldi non hanno ancora visto un euro. I sindacalisti hanno sollecitato il Dipartimento Salute e welfare della Regione Calabria, chiedendo di velocizzare le procedure che contemplano un accordo per definire modalità e importi di erogazione.
Affrontato anche il tema della riorganizzazione del sistema dell’emergenza-urgenza con la previsione di due centrali di 118 situate a Cosenza (per l’area Nord) e a Catanzaro (per l’area Sud). Giordano si è mostrata molto critica chiedendo le ragioni di una simile previsione. Il dca 64/2016 aveva infatti suddiviso il territorio regionale in tre macro aree con relative centrali di 118.
“Non abbiamo compreso le ragioni della modifica di quel decreto – ha commentato la segretaria di Cisl Fp, contestando l’inclusione dell’intera provincia di Reggio Calabria nella competenza della centrale di Catanzaro -. Così facendo si elimina una macro area, emarginando una parte di territorio. O si costituiscono tre macro aree o una sola per l’intera Calabria”.
Ulteriori rilievi, poi, sulla mobilità del personale del 118. I sanitari attualmente in servizio nelle centrali che saranno soppresse dovranno scegliere in quale delle due (Cosenza o Catanzaro) prestare servizio. “Anche su questo tema non c’è stato alcun confronto sindacale”, ha precisato Giordano. Chieste infine delucidazioni sui piani di riorganizzazione della rete territoriale e ospedaliera che il ministero non ha ancora approvato.
Al termine dell’incontro “abbiamo rappresentato al direttore ad interim del Dipartimento Tutela della salute la grave situazione in cui si trova il Sistema sanitario regionale”, ha dichiarato Stefano Sisinni, responsabile di Nursing Up Calabria.
E ha aggiunto: “Sono state evidenziate le varie problematiche che quotidianamente vivono i lavoratori: dotazioni organiche assolutamente carenti, indennità di pronto soccorso ancora da concertare, piani assunzionali da definire, sicurezza sul lavoro, prestazioni aggiuntive e altre questioni ritenute importanti. L’assenza di contrattazione a livello regionale e aziendale è senz’altro un problema rilevante perché, se non vengono applicati i Ccnl, così come oggi accade nelle varie aziende, si penalizzano fortemente i lavoratori. Anche ciò è stato posto in evidenza con forza”.
Ha concluso Sisinni: “Visti gli innumerevoli problemi da affrontare, Nursing Up Calabria ha infine chiesto riunioni sindacali costanti a livello regionale. Si è concordato di calendarizzare gli incontri a partire da giovedì 18 gennaio. Attendiamo una convocazione ufficiale, che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni”.
Redazione Nurse Times
Fonte: LaC News24
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