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Cadute accidentali…un incubo per gli infermieri!

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Fino a qualche anno fa, le cadute accidentali in ambiente ospedaliero erano eventi avversi, che restavano nell’anonimato. Negli ultimi tempi, la questione è emersa con l’aumento esponenziale delle denunce da parte dei pazienti.

Le persone che cadono la prima volta, presentano un rischio elevato di cadere nuovamente durante lo stesso anno e possono riportare, come conseguenza del trauma, danni anche gravi, fino a giungere, in alcuni casi, alla morte.

Lo strumento migliore, per prevenire il rischio di caduta del paziente, è documentarsi sull’argomento, conoscere le azione mirate e correggere eventuali criticità nel proprio setting assistenziale.

È possibile classificare le cadute in:

accidentali, ovvero determinate da fattori ambientali (es. scivolamento sul pavimento bagnato)

imprevedibili, considerate le condizioni fisiche del paziente (es. improvviso disturbo dell’equilibrio)

prevedibili per fattori di rischio identificabili della persona (es. paziente disorientato, con difficoltà nella deambulazione).

La responsabilità dell’infermiere è effettuare una valutazione del rischio di caduta, nel momento in cui l’utente accede nell’unità operativa, con le apposite scale di valutazioni (es. scala di Conley).

Se il paziente non è a rischio cadute, si informa lo stesso di eventuali criticità; se il paziente invece è a rischio caduta, si applicano interventi mirati e personalizzati, con il conseguente aumento della sorveglianza sullo stesso.

La valutazione del rischio segue l’intero percorso dell’ammalato, non è limitato solo all’accesso dell’utente.

L’assistito, a seguito di caduta improvvisa, invece, richiede da parte degli operatori una valutazione delle condizioni e un trattamento immediato. E’ necessario, quindi, che tutto il personale, sanitario e non, secondo le proprie competenze professionali, sia preparato per affrontare una situazione di emergenza-urgenza. Poiché il paziente caduto è da ritenere a rischio di ulteriore caduta, è necessario, infine, che tutto il personale di assistenza attivi ed incrementi l’osservazione ed il monitoraggio e contribuisca ad individuare e ad attuare interventi volti ad ridurre i fattori di rischio modificabili.

L’evento va segnalato, compilando un apposito modulo, sia dal personale infermieristico sia dal personale medico in servizio al momento dell’accaduto, al fine di prevenire e contenere il rischio.

Va evidenziato in questo contesto, che i mezzi di contenzione meccanica possono provocare, invece, effetti indesiderati psicologici nonché fisici diretti ed indiretti. E’ necessario, pertanto, identificare con cura i bisogni di sicurezza espressi dal paziente, basati sul suo livello di funzione psico-fisica e sulla storia comportamentale trascorsa. La contenzione deve essere applicata limitatamente ai casi strettamente necessari, sostenuta da prescrizione medica.

La prevenzione deve essere un obiettivo reale e perseguito da ognuno di noi.

Gli intellettuali risolvono i problemi; i geni li prevengono

(Albert Einstein)

 

Michele Fighera

 

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