Mentre l’unica speranza di una rivalutazione della professione infermieristica, per la nostra Federazione e i suoi maggiorenti, sembrano essere la fumosissime “competenze avanzate” inserite nel Comma 566 della Legge di stabilità (Competenze Avanzate e Specialistiche degli Infermieri: relazione e articolato dell’accordo), c’è il Brexit!
E così, per centinaia di infermieri italiani disoccupati in cerca di una sponda dall’altra parte della Manica (che sembra essere stata poi l’unica o più vasta sponda di accoglienza) si allontana improvvisamente.
In molti, giovani italiani lavoratori “emigrati” in terra inglese, soprattutto molti di coloro che erano pronti a partire con l’assegno di disoccupazione eroso, hanno gridato allo scandalo assumendo una posizione di giudizio nei confronti del popolo inglese che in modo democratico ha scelto il “leave” dalla UE. Ma se davvero l’Unione Europea rappresentasse una opportunità così valida per i giovani soprattutto per l’abbattimento della disoccupazione, per la rivalutazione professionale, mi chiedo: perchè tale opportunità per gli infermieri italiani è stata costituita quasi esclusivamente dall’unico paese ancora traballantemente incluso nei “28”, tanto traballantemente da continuare ad usare la sua moneta sovrana ed avere imposto all’UE un pacchetto di regole economiche e finanziare in una continua e definitiva messa in discussione delle regole stesse dell’Unione?
Sarà un caso, quindi, che i giovani infermieri disoccupati in Spagna, Italia, Grecia, Portogallo, non solo si siano riversati quasi “a bordo di gommoni” sul territorio inglese ma anzi…vi siano stati attratti proprio da una serrata e diffusa propaganda ed accoglienza?
Pare cioè, che in Inghilterra, abbia funzionato quello che molti politici italiani ritenevano una opportunità, l’arrivo in massa di immigranti sulla nostra penisola: lavoratori disposti ad occupazioni ormai lasciate deserte dai giovani italiani e…forse…a costi minori.
Leggo e conosco (anche per contatti diretti con alcuni di loro) di mirabolanti stipendi in sterline, percorsi di avanzamento professionale da mille e una notte…Beh, c’è una cosa che vorrei dire ai giovani, costretti loro malgrado a un “leave” assai più pesante, quello di lasciare la propria terra, la propria famiglia, gli amici e l’idea di essere le “nuove braccia” del proprio paese, quando iniziai la scuola regionale per fare l’Infermiere avevo quelle stesse aspettative.
Ma le avevo qui, nel nostro paese. Mi immaginavo di poter diventare, un domani, un professionista autonomo, rispettato, degnamente stipendiato. Avevo la consapevolezza di essere una piccola ma insostituibile leva di questo Sistema Sanitario Nazionale. Ma così ancora non è stato anzi….grazie al Comma 566 e alla architettura pensata dalla FNC Ipasvi per la nostra professione, dopo anni in cui nessuno si è preoccupato di promuovere un aggiornamento permanente serio e riconosciuto nel percorso professionale, so che verrò buttato via come un ferro vecchio.
Ognuno, qui in Italia, ha la sua gatta da pelare. I giovani non hanno lavoro, i vecchi finiranno nel tritatutto di un prepensionamento da morti di fame e saranno lasciati all’oblio.
Questo spiega perchè, soprattutto nel settore pubblico, ci sono “quadri” che hanno voluto e ottenuto la loro posizione a colpi di clava. Molti di essi sono ancora lì, a dirigerci. E non basterà vederli tramontare, per avere la speranza di un futuro diverso, se non sapremo cambiare le cose qui, senza farci illudere da qualcuno che l’Europa è la casa di tutti: purtroppo ancora no, non lo è ancora!
Lo sarà solo quando ognuno dei popoli che la compone avrà fatta bella la sua casa. E la nostra ha bisogno di grandi pulizie, ma se non sarete voi giovani a farle nessuno ormai le farà più per voi. Non siate scontenti dei “leave” degli altri, valutate piuttosto i nostri “remain”, soprattutto quelli che ci interessano direttamente.
Valutate bene questo Comma 566.
Valutate bene la proposta della Federazione Nazionale Ipasvi. Valutate quanto il sistema ECM fino ad oggi sia stato un inutile e dispendioso (ma forse voluto) fallimento.
Valutate quanto, la vostra progressione culturale e professionale, sia stata invece lasciata in mano a provider privati, piuttosto che essere implementata con un programma personalizzato di sviluppo delle vostre specifiche competenze!
Luca Sinibaldi
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