Il settore delle professioni sanitarie sta attraversando una fase di notevole trasformazione, con un crescente interesse per i master in organizzazione sanitaria e altre forme di specializzazione.
Queste opportunità formativa stanno aprendo sbocchi importanti non solo per i laureati in medicina ma anche per infermieri con laurea triennale o magistrale.
Tra le posizioni più ambite spiccano quelle di Data manager, Clinical Research Associate, Clinical Project Manager e Responsabile di Farmacovigilanza. Questi ruoli non solo promettono carriere gratificanti ma anche un impatto significativo sulla ricerca medica.
Tuttavia, ciò che sta attirando particolarmente l’attenzione quest’anno è il crescente numero di master in organizzazione sanitaria, sia di primo che di secondo livello, dedicati a medici, infermieri e professionisti sanitari. Anche se tradizionalmente i percorsi universitari come lauree brevi, lauree magistrali e lauree magistrali a ciclo unico erano le opzioni principali, i master stanno emergendo come un’alternativa attraente.
Tra le nuove proposte di master spiccano programmi come il “Master di Primo Livello per Infermiere di Famiglia e Comunità” presso l’Università di Studi Internazionali di Roma, il “Master di Primo Livello su Management e Funzioni di Coordinamento” presso la Liuc di Castellanza, e il “Master di Secondo Livello su Umanizzazione e Gestione del Sistema Sanitario Nazionale” presso l’Università di Udine. I costi di questi master variano da 2 a 12 mila euro, rendendo l’accesso a tali programmi più accessibile per un’ampia gamma di professionisti.
Un aspetto interessante è che molti di questi master si concentrano su tematiche organizzative e gestionali, apparentemente simili ai contenuti offerti nelle lauree magistrali per i professionisti sanitari.
Tuttavia, ci sono anche corsi di nicchia che si concentrano su aree specifiche come la riabilitazione per anziani e bambini, gli infortuni degli atleti e il recupero di ballerini e cantanti.
Un punto di discussione riguarda la scelta tra master e laurea magistrale per i giovani neolaureati.
Secondo Angelo Mastrillo, segretario della Conferenza Nazionale delle Professioni Sanitarie, i master non sono stati regolamentati come i percorsi universitari tradizionali ma sono comunque disciplinati. Nel 2018, sono state definite 90 tipologie di corsi di master, suddivise in specialistici, interprofessionali e trasversali. Questi corsi sono frequentabili con il diploma di primo livello (laurea breve) e coprono una vasta gamma di argomenti.
Tuttavia, Mastrillo sottolinea che alcuni master sembrano coprire nicchie di attività con un numero limitato di candidati, il che può rendere difficile il loro sostentamento a lungo termine una volta esaurite le richieste. Pertanto, è fondamentale mantenere l’attenzione sui percorsi di studi e di carriera che risultino gratificanti per i professionisti sanitari.
In conclusione, il settore delle professioni sanitarie sta vivendo una fase di notevole evoluzione, con l’emergere di nuove opportunità formative. Questi programmi aprono le porte a carriere stimolanti e rappresentano una risposta alle crescenti esigenze del settore sanitario. Tuttavia, è essenziale regolamentare questi programmi per garantire qualità ed efficacia, e assicurarsi che rispondano alle esigenze future dei professionisti sanitari.
Redazione NurseTimes
Fonte: https://www.sanita33.it
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