Da quattro mesi una piccola di soli 4 anni è prigioniera del coronavirus: risultano sempre positivi i tamponi. La bambina, fa sapere Sara Bettoni in un articolo sul Corriere della sera, sta bene ma legalmente non è guarita. La mamma ha speigato che: «questa situazione le provoca stress e incubi».
Serve un doppio tampone negativo per liberare la bambina “legalmente” , ma la tensione è alta e la madre non vuole più sottoporla alla fatica fisica e psicologica dei controlli.
Intanto la piccola non ha trasmesso l’infezione a nessuna delle persone che le sono state vicino. Le autorità sanitarie, contattate più volte dalla mamma, concordano con lei sul fatto che la piccola non sia più un pericolo per gli altri. Eppure nessuno si prende la responsabilità di liberarla.
La donna chiede di mantenere l’anonimato, per tutelare la figlia. Nel raccontare la sua storia al Corriere sceglie di chiamarla Forza, «perché si è dimostrata proprio questo la mia bambina».
Sin dalla fine di marzo la bambina è stata portata in ospedale perché presentava difficoltà respiratorie e i sintomi legati al Covid-19. I medici l’avevano rimandata a casa senza test ma a maggio, al presentarsi di nuovi sintomi, i genitori insistono che oltre al test sierologico, sia fatto il primo tampone. «
Le hanno trovato un livello alto di anticorpi Igg al virus e il tampone è risultato debolmente positivo». Poi sono seguiti altri quattro test, «uno l’opposto dell’altro: debole, negativo, positivo. Tutti concentrati in un mese, vissuti con la speranza di uscire dall’incubo e la delusione di doverli ripetere, di dover immobilizzare di nuovo la bambina» per cercare col cotton-fioc tracce del virus nel naso e nella bocca. In base alle norme servono due «negativi» a distanza di 24 ore per finire la quarantena. Ma per la piccola il via libera non arriva.
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