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Baldini (Enpapi): “Importante riconoscere il ruolo degli infermieri nei Lea”

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Baldini (Enpapi): "Prestazioni infermieristiche vanno inserite nei Lea"
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“L’interrogazione a risposta scritta presentata dal deputato Francesco Maria Rubano al ministro della Salute, Orazio Schillaci, per sapere se intende prevedere l’inserimento delle prestazioni infermieristiche nei Lea, i livelli essenziali di assistenza, e includere anche un esponente del mondo infermieristico nella composizione della Commissione nazionale che i Lea li dovrà aggiornare, è un segnale importante di come sia urgente e necessario avviare un percorso di riconoscimento del ruolo degli infermieri nella loro attività di tutela della salute e di assistenza ai cittadini”. Così Luigi Baldini, presidente di Enpapi, l’Ente nazionale di previdenza e assistenza della professione infermieristica.

“Il ministero della Salute sta costituendo la nuova Commissione nazionale per l’aggiornamento dei Lea – precisa Baldini – ed è auspicabile che non sia solo il personale medico e laico a farne parte. La Commissione, che resterà in carica tre anni, acquisirà e valuterà le proposte di inserimento nei Lea di attività e prestazioni, stimando l’impatto economico di queste modifiche. Un lavoro delicato, che dovrà garantire un supporto concreto al miglioramento del Servizio sanitario nazionale”.

Baldini ricorda che “il disegno di Legge di Bilancio 2024-2026 vincola 50 milioni di euro per il 2024 e 200 milioni di euro dal 2025 per l’aggiornamento dei Lea” e, come evidenziato nell’interrogazione al ministro Schillaci, “le modificazioni della composizione dei cittadini, soprattutto per l’età media degli assistiti, sta comportando un’evoluzione organizzativa del Ssn, che assegna un ruolo di maggiore rilevanza alle prestazioni infermieristiche, in relazione alle più ampie esigenze di assistenza domiciliare delle famiglie”.

Conclude Baldini: “L’introduzione dei servizi garantiti dagli infermieri liberi professionisti in convenzione con il Ssn si affiancherebbero, così, ai tradizionali canali di assistenza domiciliare integrata, i quali non sempre supportano le richieste della totalità dei malati aumentando, in molte occasioni, il sommerso delle prestazioni in nero, che uno studio del Censis ha quantificato in circa 800 milioni di euro all’anno”.

Redazione Nurse Times

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