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Autonomia differenziata, Stati Generali delle Puericultrici: “Preoccupate per la formazione professionale”

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Autonomia differenziata, Stati Generali delle Puericultrici: "Preoccupati per la formazione professionale"
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Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma di Elvira Avolio, Maria Antonietta Doppio ed Elena Belloli (Stati Generali Migep della Puericultrice).

Come Stati Generali delle Puericultrici, vorremmo ritornare sul tema dell’autonomia differenziata, che il 13 luglio 2024 entra in vigore. Evidenziamo molte criticità, in particolare nella formazione professionale: è una brutta giornata per la formazione professionale; l’autonomia regionale amplierà nuovi profili, modificando competenze, modificando norme; verranno istituiti contratti di formazione-lavoro, aumentando le diseguaglianze nell’offerta dei servizi.

La formazione sarà differenziata e si accentueranno discriminazioni da regione a regione, e specialmente la formazione delle puericultrice, figura importante nella assistenza neonatale, dove già i nostri diritti sono venuti a mancare, con un danno irreparabile alla professione e all’assistenza delle mamme.

La formazione regionale, come la nostra, merita un’attenzione particolare, in quanto sistema di garanzia dei diritti delle mamme, intesi nella sua globalità. Senza contare la regolamentazione dell’attività libero-professionale, che rischia di concretizzare una concorrenza tra Regioni, ponendo una pietra tombale sulla contrattazione collettiva nazionale e sul ruolo dei sindacati. L’impatto delle maggiori autonomie si inserirebbe in un contesto di enormi diseguaglianze in termini di assistenza Lea e di conseguenza la mobilità sanitaria.

Siamo molto preoccupate riguardo al futuro della formazione in generale. Avrebbe conseguenze disastrose per il sistema educativo nazionale, creando disparità tra le regioni e riducendo i diritti e le condizioni dei lavoratori, come anche la nostra professione, dove saremo spogliati di queste competenze fondamentali sul versante dello studio dei diritti e del rispetto delle libertà professionale, inclusa la libertà anche di insegnamento.

Alle Regioni verrebbe attribuita la potestà legislativa sull’intera materia: dalle norme generali all’assunzione di personale, ai criteri di valutazione, ai programmi scolastici e formativi. Potranno arrivare anche alla stipulazione di contratti collettivi regionali, con una riedizione di professionisti con le stesse funzioni assistenziali, ma in gabbie salariali.

E’ un arretramento sul versante dei diritti dei lavoratori, con l’obiettivo di una progressiva privatizzazione del sistema istruzione, analogamente a quanto sta già accadendo sul sistema assistenziale a causa della carenza di personale, mettendo a repentaglio la qualità formativa, che oggi è abbastanza precaria anche a causa di una formazione disomogenea.

C’è la necessità di mettere in campo un preventivo lavoro di approfondimento sul Ddl e di analisi sulle questioni complesse dal punto di vista istituzionale. Ovviamente questa possibilità va strettamente correlata alla decisiva questione della definizione preventiva dei Lep.

Come Stati Generali delle Puericultrici, siamo fortemente impegnate nella difesa della nostra professione, che oggi le stesse norme la mettono nell’ombra totale, e dei diritti delle mamme ignorate dalle riforme, poiché si tradurrebbe in una minore qualità dell’offerta assistenziale con grosse ripercussioni sulla assistenza neonatale.

La revisione dei criteri di formazione, la revisione di criteri e parametri per la determinazione della formazione, porterebbe limitazioni alla formazione divenendo una trappola. Inoltre si realizza un disegno secessionistico che fa carta straccia della coesione sociale e territoriale, che sono alla base della nostra Repubblica, con l’aumento delle disuguaglianze territoriali anche all’interno della stessa regione.

Crediamo che in ballo ci siano valori e diritti che non si possono svendere. Bisogna fronteggiare questo obbrobrio. Tra tutti i difetti di questo disegno di legge, rappresenta, a nostro avviso, un pericolo per l’unità e l’identità culturale e formativa dell’Italia.

Redazione Nurse Times

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