Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa a firma del presidente nazionale del sindacato, Antonio De Palma (foto), sull’approvazione dell’emendamento al Milleproroghe.
Prendiamo atto, in queste ore, dell’approvazione dell’emendamento al Milleproroghe che consente di estendere la possibilità di svolgere attività libero-professionale da parte degli infermieri e degli altri professionisti sanitari pubblici dipendenti ex Legge 43/2006, prevedendo un monte di otto ore settimanali e con un termine temporale fino al 31 dicembre 2026.
Già qualche giorno fa avevamo espresso, prima dell’okay avvenuto nella giornata di ieri in Commissione Affari costituzionali e Bilancio del Senato, la nostra moderata soddisfazione per quello che senza dubbio dimostra di essere un primo passo in avanti, in particolare rispetto alle nostre reiterate richieste. Ultima in ordine di tempo quella presentata dalla nostra delegazione sul tavolo del ministro della Salute, professor Orazio Schillaci, lo scorso 29 dicembre.
Tuttavia la nostra posizione rimane la medesima: non sono pochi, ancora oggi, i limiti di un emendamento che certamente non rappresenta, non ancora, quel traguardo a cui tutti gli infermieri aspirano legittimamente, quell’obiettivo di cui il nostro sistema sanitario ha bisogno per ripartire con maggiore vigore. In particolare, le nostre battaglie dovranno condurci a un allargamento della libera professione agli infermieri e a tutti gli altri operatori sanitari che non abbia, come in questo caso, un limite orario, e soprattutto che sia svincolata dall’autorizzazione delle aziende sanitarie.
Volere a tutti i costi mantenere questi limiti è cosa a noi poco comprensibile, dal momento che, lo ribadiamo da tempo, lo sblocco del vincolo di esclusività per gli infermieri e le altre professioni sanitarie del comparto può solo rappresentare un vantaggio per l’azienda sanitaria stessa, anche al fine di abbattere le liste di attesa e per supportare una sanità privata che ha bisogno come il pane di sostegno. Siamo ancora di fronte a quei “lacciuoli” di cui la sanità italiana non ha affatto bisogno, e che, nel caso della libera professione, non si applicano invece ai medici, a cui viene concesso da tempo di svolgerla senza tanti giri.
I segnali positivi giunti dal Governo, in definitiva, attraverso questo emendamento, rappresentano per noi una prima risposta importante rispetto a una battaglia sull’allargamento della libera professione, su cui, lo ribadiamo, continueremo a lottare giorno dopo giorno. Si abbia, allora, da parte delle istituzioni, maggiore coraggio per un cambiamento radicale che appare ormai indispensabile.
Redazione Nurse Times
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