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Assenteismo e triplo lavoro: a processo una oss del Policlinico di Catanzaro

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Assenteismo e triplo lavoro: a processo una oss del Policlinico di Catanzaro
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Catanzaro – Avrebbe svolto contemporaneamente tre lavori, incompatibili tra loro, e per cercare di tenerseli stretti tutti, avrebbe utilizzato una strategia ben precisa: certificati medici falsi redatti da un camice bianco inconsapevole di tutto e badge timbrato ad arte per attestare la sua presenza fantasma.

Con le accuse di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, truffa, abuso di ufficio, il gup del Tribunale di Catanzaro ha rinviato a giudizio l’oss Caterina Scicchitano, 44 anni di Davoli, dipendente del Policlinico universitario Mater Domini di Catanzaro, ora Azienda Dulbecco, come richiesto dal sostituto procuratore Domenico Assumma. Il processo inizierà il prossimo 24 novembre.

Secondo le ipotesi accusatorie, Scicchitano, in occasione della stipula del contratto come docente di Scienze motorie in un istituto scolastico superiore di Catanzaro, il 26 ottobre 2022 avrebbe sottoscritto contestuale dichiarazione nella quale avrebbe attestato il falso: di non avere altri rapporti di impiego pubblico o privato, certificando l’assenza di cause di incompatibilità con lo svolgimento dell’incarico.

Circostanze mendaci, secondo gli inquirenti, in quanto la donna era titolare di altri rapporti di lavoro con altri enti, di cui uno pubblico, l’Azienda ospedaliera universitaria Mater Domini di Catanzaro, per la quale avrebbe svolto mansioni di operatrice socio-sanitaria, con un rapporto diventato a tempo pieno, e l’altro privato, con un istituto scolastico di Soverato, con contratti a tempo determinato rinnovati annualmente, già a partire dall’anno 2017. Con l’aggravante di aver commesso il fatto violando i doveri di lealtà e probità inerenti il pubblico servizio svolto.

L’oss avrebbe truffato l’istituto scolastico pubblico, inducendolo in errore sull’assenza di condizioni di incompatibilità nello svolgimento del servizio di docente, “procurandosi un ingiusto profitto, rappresentato dalla stipula indebita del contratto di pubblico impiego a tempo parziale per otto ore settimanali con pari danno per l’ente, rappresentato anche dai costi relativi alla invalida procedura di assunzione e ingresso in servizio della docente, già occupata a tempo pieno come operatrice socio-sanitaria all’Aou Mater Domini di Catanzaro”.

A essere truffata sarebbe stata anche l’azienda ospedaliera, in quanto l’oss in servizio alla Mater Domini, con artifici consistiti nella fraudolenta attestazione della propria presenza in servizio, avrebbe utilizzato o fatto usare da terzi indebitamente il proprio badge per poi allontanarsi dal lavoro. Assenze corrispondenti a 20 giorni lavorativi, per un profitto totale di 1.633,62 euro, a cui si aggiunge la fraudolenta attestazione del proprio stato di malattia, mediante certificati medici ideologicamente falsi per un totale di otto giorni e un profitto di 687, 84, euro.

L’azienda ospedaliera sarebbe stata così indotta in errore per quanto riguarda rispettivamente alla propria presenza in servizio o al proprio stato di malattia, laddove invece si sarebbe trattato, secondo la Procura, di essenze strategiche, “mirate allo svolgimento di ulteriori due rapporti lavorativi contestuali e quindi temporalmente incompatibili con quello già in essere nell’ente ospedaliero”.

Si sarebbe assicurata un ingiusto profitto di 2.321,46 euro complessivi, corrispondenti alla retribuzione corrisposta a fronte di 162 ore di indebita assenza maturata in 28 episodi, con danno patrimoniale e non patrimoniale per l’ente pubblico. E avrebbe commesso anche un abuso di ufficio, perché in qualità di operatrice socio sanitaria in servizio all’Aou Mater Domini, e quindi incaricata di pubblico servizio.

Violata, dunque, la specifica regola che impone al pubblico dipendente di adempiere al contratto di lavoro e di svolgere le mansioni lavorative, “intenzionalmente si sarebbe procurata un ingiusto vantaggio patrimoniale, pari all’ammontare della retribuzione, dei contributi previdenziali e assicurativi indebitamente corrispostigli dall’Azienda ospedaliera e che ammonta a 3.402,46 per un totale di 40 giorni lavorativi pari a 239 ore”.

Redazione Nurse Times

Fonte: Calabria7

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