Intervistato da Canale 10, Antonio Calì, coordinatore aziendale della Cgil, parla delle gravi conseguenze derivanti dalla carenza di infermieri e oss all’ospedale Grassi di Ostia. E denuncia: “La Regione Lazio ci nega l’autorizzazione ad assumere”.
Fa molto discutere la vicenda dei 700 infermieri bloccati dopo un avviso pubblico per il reclutamento di personale da parte della Asl Roma 3. Il silenzio dell’Azienda seguito alla pubblicazione del bando, in marzo, e al successivo espletamento della prova orale, in giugno, ha destato non poca preoccupazione tra gli interessati, che si sentono abbandonati nel limbo delle incertezze circa il loro futuro professionale.
Timori confermati dall’intervista che Antonio Calì, coordinatore aziendale della Cgil, ha di recente rilasciato a Canale 10. Si parte dalla constatazione della carenza di personale sanitario all’ospedale Grassi di Ostia, dove mancano soprattutto infermieri e oss, e dove il diritto alla salute dei cittadini sembra seriamente a rischio: “Abbiamo avuto dalla Regione Lazio l’autorizzazione per un avviso pubblico finalizzato all’assunzione di infermieri a tempo determinato. Ne è seguito un lavoro di organizzazione che ha comportato uno spreco di risorse”.
E proprio di “spreco” è il caso di parlare, visto che “la Regione ci nega l’autorizzazione, dicendo che sarebbe solo un incremento del precariato”. Calì non una mezzi termini: “Per noi questa è una scusa, perché la carenza di infermieri, oss e ausiliari all’interno dell’ospedale Grassi è talmente evidente che non si riesce più nemmeno a garantire spostamenti di malati da un reparto all’altro”.
I numeri sono eloquenti: “Al Grassi abbiamo un Blocco operatorio centrale che oggi opera al 50%. Colpa della carenza di anestesisti, ossia di coloro che permettono di tenere una camera operatoria aperta 12 ore. Un anno e mezzo fa abbiamo inaugurato una Rianimazione con 19 posti letto, di cui oggi solo dieci sono occupati. Abbiamo un Pronto soccorso ortopedico aperto dal lunedì al venerdì, ma solo la mattina e solo per le urgenze”.
E ancora: “In ospedale abbiamo 12 medici di Radiologia in h24 e non riusciamo più a garantire mammografie, ecografie al seno, Tac e risonanze ai cittadini che da fuori vogliono accedere a queste prestazioni. E per quanto riguarda la Medicina d’urgenza abbiamo ulteriori 19 posti letto, ma da due anni quel reparto è un cantiere aperto”.
Di qui l’accorata richiesta di Calì: “Rivolgo un appello al presidente della Regione Lazio affinché si sblocchino le assunzioni. Ma soprattutto mi rivolgo al presidente del Decimo Municipio e al neo-eletto sindaco di Fiumicino, Mario Baccini, affinché ci aiutino a garantire una sanità pubblica per tutti, perché in estate noi dobbiamo coprire un fabbisogno di quasi 500mila persone”.
Redazione Nurse Times
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