Sostenuti dai sindacati Fp Cgil Chieti, Nursind, Nursing Up e USB, i 126 oss precari che hanno perso il lavoro sono pronti a inscenare nuovi presidi e a mettere in campo azioni legali qualora l’Asl non accontentasse le loro richieste.
Sono 126 gli oss precari dell’Asl Lanciano-Vasto-Chieti che dal 1° ottobre hanno perso il lavoro per la scadenza del loro contratto a tempo determinato, tra l’altro a pochi giorni dall’acquisizione dei requisiti per la stabilizzazione. Niente riconoscimento, dunque, per l’impegno profuso durante l’emergenza Covid, periodo nel quale erano stati assunti. E molti non hanno nemmeno smaltito le ferie.
Dopo ben cinque presidi, l’ultimo dei quali inscenato giovedì scorso a L’Aquila, davanti alla sede della Regione Abruzzo, questi oss chiedono ora di essere riassunti e annunciano una nuova manifestazione davanti agli uffici di Thomas Schael, direttore generale dell’Asl. Al loro fianco si schierano, ancora una volta, i sindacati Fp Cgil Chieti, Nursind, Nursing Up e USB, con i rispettivi rappresentanti, Giuseppe Rucci, Vincenzo Pace, Milhem Chaled e Romeo Pasquarelli.
“L’Asl ha mandato a casa 126 oss – denuncia Pace (Nursind) -. Tramite agenzie del lavoro stanno cercando nuovo personale, perché in carenza. Noi procediamo col ricorso al Tar”.
In una nota inviata qualche giorno fa a oss e sindacati la direzione sanitaria dell’Asl si era impegnata nel rispetto del piano triennale dei fabbisogni del personale 2024/2026, a ogni possibile e utile opportunità offerta dalla vigente legislazione, tesa alla salvaguardia di posizioni già definite”.
Con la Legge 234 del 30 dicembre 2021 l’Asl intende “avviare – si legge ancora nella nota – procedure selettive per il reclutamento del personale da impiegare per l’assolvimento delle funzioni reinternalizzate, provvedendo alla valorizzazione, anche attraverso una riserva di posti non superiore al 50% di quelli disponibili, del personale impiegato in mansioni sanitarie e sociosanitarie”.
Il riferimento è al personale che ha prestato servizio nel periodo compreso tra il 31 gennaio 2020 e il 31 dicembre 2021, per il quale sembra quindi accendersi una fiammella di speranza.
I sindacati, però, restano vigili. “A questi annunci vogliamo che seguano i fatti – avverte Pasquarelli (USB)-. Non ci fermeremo qui, perché è inaccettabile che lavoratori definiti ‘eroi’ siano scaricati a casa. Alle loro famiglie servono certezze economiche. Metteremo in campo procedure legali”.
Aggiunge Rucci (Fp Cgil Chieti): “La nota dell’Asl è solo il risultato di tutti i presidi che abbiamo fatto. Questi licenziamenti sono una beffa, perché molti lavoratori.,per questioni di servizio, durante il periodo contrattuale non sono riusciti a smaltire le ferie, che non saranno pagate”.
Redazione Nurse Times
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