Certo lo stop al doppio incarico di governatore e commissario ad acta per le Regioni in Piano di rientro.
È arrivata ieri sera l’approvazione sia del Decreto fiscale (vedi la bozza in allegato) e del Ddl Bilancio, oltre che di una altro decreto “semplificazione”.
Per quanto riguarda il capitolo sanità, in attesa di conoscere i testi, si può dare per certo lo stop al doppio incarico per i presidenti-commissari di Regione in Piano di rientro sanità. Oltre alla fine del doppio ruolo, si prevede che le Regioni commissariate predispongano, in occasione delle periodiche riunioni di verifica con cadenza semestrale, una relazione ai ministri della Salute e dell’Economia, da trasmettere al Consiglio dei ministri, con particolare riferimento al monitoraggio dell’equilibrio di bilancio e dell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza.
Queste le caratteristiche che dovranno possedere i futuri commissari ad acta: “Il commissario ad acta deve possedere qualificate e comprovate professionalità nonché specifica esperienza di gestione sanitaria, ovvero aver ricoperto incarichi di amministrazione o direzione di strutture, pubbliche o private, aventi attinenza con quella sanitaria, ovvero di particolare complessità, anche sotto il profilo della prevenzione della corruzione e della tutela della legalità”.
Infine, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, il Consiglio dei ministri dovrà procedere alla nomina di un commissario ad acta per ogni Regione in cui si sia determinata l’incompatibilità del commissario, il quale resterà comunque in carica fino alla nomina del successore. A questo punto dovrebbero saltare i ruoli di Vincenzo De Luca per la Campania e Nicola Zingaretti per il Lazio (entrambe le Regioni, tuttavia, hanno annunciato una rapida e prossima uscita dai piani di rientro).
Dovrebbero essere previste, poi, misure ad hoc per l’Anagrafe nazionale vaccini. Si conferma lo stanziamento di 2 milioni di euro, già previsto dalla legge di Bilancio 2018, al quale si sommerebbero altri 550mila euro a partire dal 2019 con risorse interne al Ministero della Salute.
Per quanto riguarda la gestione del liquidatore dell’Ente strumentale alla Croce rossa italiana, si intende superare alcuni “profili di ambiguità” emersi con il Dlgs 178/2012. L’obiettivo è chiarire l’entità del finanziamento dell’Ente strumentale alla Croce rossa, in liquidazione coatta amministrativa dal 1° gennaio 2018, per ciascuno degli anni 2018, 2019 e 2020, “al fine di garantire un’ordinata procedura liquidatoria, riservando l’attivo patrimoniale dell’Ente al pagamento dei debiti pregressi”.
Inoltre si punta a “ricondurre a normalità la gestione amministrativo contabile successivamente al trasferimento del personale, già funzionale alla gestione liquidatoria, alle altre amministrazioni pubbliche, distinguendo permanentemente la quota del finanziamento che resta compresa nel finanziamento complessivo del Ssn (per il trasferimento di personale agli enti sanitari) da quella destinata ad amministrazioni diverse”.
Dovrebbe esserci, inoltre, la conferma del Fondo sanitario nazionale a quota 114,4 miliardi e dell’obiettivo di superare completamente il superticket. Misura, questa, che causerebbe alle Regioni mancate entrate per circa 400 milioni l’anno. Tali risorse verrebbero coperte dalle entrate previste dall’intervento sul payback.
In programma anche misure ad hoc per il riordino delle norme di accesso a Medicina generale, sulle quali sta ancora proseguendo il dialogo con i sindacati, nonché il superamento del tetto di spesa per il personale, ancora oggi calcolato su un importo pari a quello della spesa dell’anno 2004, decurtato dell’1,4%.
Infine, entro marzo 2019, dovrebbe insediarsi al ministero della Salute la nuova Cabina di regia per selezionare gli interventi più urgenti, anche per l’adeguamento antisismico (solo per le zone I e II). Ciò allo scopo di implementare un piano pluriennale degli investimenti da realizzarsi nei prossimi anni.
Redazione Nurse Times
Fonte: www.quotidianosanita.it
ALLEGATO: Bozza del Decreto fiscale
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