Riceviamo e pubblichiamo un contributo a firma di Daniele Leone, coordinatore regionale Cgil Fp – Sanità privata Abruzzo e Molise.
Negli ultimi 30 anni, all’interno di ospedali pubblici, case di cura, centri di riabilitazione, ecc., sono cresciuti in maniera considerevole i contratti atipici con cooperative, agenzie, di collaborazione e libero-professionisti. Il proliferare di questo grave fenomeno sta di fatto creando il fenomeno del precariato nella sanità pubblica e privata convenzionata.
E’ una situazione che interessa non solo tutte le figure professionali (medici, infermieri, terapisti, tecnici, oss), ma soprattutto il personale delle pulizie, lavanderie, cucina/mensa, centro unico di prenotazione, ecc. E vede coinvolti miglia di lavoratori che operano ormai da diversi anni in queste strutture. Molti di loro lavorano al fianco dei colleghi assunti con regolare contratto, e come loro sono in prima linea nell’affrontare l’emergenza Covid-19, e ogni giorno mettono a disposizione della collettività le proprie esperienze e conoscenze professionali, maturate dopo anni e anni di lavoro, pur avendo contratti a termine con cooperative, agenzie, ecc.
Oggi, lasciata alle spalle la fase più acuta della pandemia che ha interessato il nostro Paese, sono convinto che il sistema delle convenzioni con le strutture private e gli appalti in ospedale siano da rivedere. Dobbiamo tutti difendere il Sistema sanitario, bene da rafforzare, nell’interesse di tutti i cittadini e di tutti i lavoratori. In quest’ottica, tenuto conto anche delle importanti risorse messe a disposizione dal Governo per migliorare il Sistema sanitario, ritengo non più rinviabile avviare un dibattito e un percorso che in prospettiva porti il sistema pubblico e privato a non essere concorrenziale, ma a lavorare con stesse finalità e, soprattutto, tutto il personale deve avere lo stesso contratto di lavoro.
Bisogna dire basta alla precarietà e agli appalti in sanità. Infatti, se da un lato l’emergeza Covid-19 ha messo in evidenza la fragilità del Sistema, dall’altro, oggi più che mai, si rende necessario un qualificato intervento di potenziamento strutturale, attingendo proprio dalle professionalità che in questi anni, con contratti di lavoro precari e con contratti con le cooperative, hanno contribuito ad assicurare il diritto alla salute dei cittadini del nostro Paese.
Chiedo al ministro della Salute, onorevole Roberto Speranza, di avviare un percorso che possa da un lato contribuire, acquisendo i profili già consolidati all’interno delle strutture ospedaliere, in modo da rafforzare il sistema sanitario pubblico, e dall’altro rivedere le regole delle convenzioni con la sanita privata. Il tutto deve essere finalizzato a infondere serenità e stabilità a migliaia di lavoratori che in questi mesi, con retribuzione da 600 fino a 1.100 euro, notte e giorno rischiano la propria vita per prendersi cura dei contagiati e dei malati. Dobbiamo dire basta agli appalti alle agenzie e ai tanti contratti nella sanità, l’uno più a ribasso dell’altro, che riducono i diritti e facilitano i licenziamenti.
Daniele Leone
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