Lo sostengono i ricercatori dell’Università di Adelaide, che hanno pubblicato uno studio sull’argomento.
Stando a uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Adelaide (Australia) e pubblicato sul Journal of Clinical Sleep Medicine, l’aumento dell’esercizio fisico può essere utile per contrastare il rischio di apnea ostruttiva del sonno. Gli autori sono giunti a questa conclusione analizzando diversi dati medici e socio-demografici presenti in un database che comprende 155mila adulti.
L’apnea ostruttiva del sonno è un disturbo piuttosto comune a livello respiratorio. Solo negli Stati Uniti ne soffrono 29 milioni di adulti, la maggior parte dei quali non è diagnosticata. Inoltre è associata da altri studi a rischi più elevati di malattie cardiache, ictus, ipertensione e altre condizioni. Secondo i ricercatori australiani, anche un aumento modesto dell’attività fisica, incluso il solo camminare, può essere collegato a una riduzione del 10% del rischio di incorrere nell’apnea notturna.
Nello specifico, basterebbero 20 minuti di camminata quotidiana e otto minuti di una qualsiasi vigorosa attività quotidiana. Come spiega Lyle Palmer, professore di Epidemiologia genetica dell’Università di Adelaide e autore senior dello studio, l’aspetto più interessante di questa scoperta sta proprio nel fatto che sembra bastare un’attività fisica abbastanza leggera per ottenere risultati degni di nota.
Redazione Nurse Times
- Alzheimer, Aifa: “Nuove prospettive grazie ai biomarcatori in grado di predire la malattia”
- Asst Santi Paolo e Carlo: concorso per 30 posti da infermiere
- Rinnovo Ccnl Sanità, è ancora fumata nera. Nursind: “Contrattazione picconata da alcuni sindacati. Ora intervengano Governo e Regioni”
- Giornata nazionale del personale sanitario, Nursing Up: “Infermieri sempre più infelici, stanchi e sulla soglia della povertà”
- Obbligo di test anti-droga periodici per toghe e camici bianchi: la proposta di legge dell’onorevole Romano
Lascia un commento