All’80enne Tersa Cannazza, deceduta il 21 luglio, era stato somministrato un farmaco radioattivo per effettuare una scintigrafia ossea.
Potrebbe essere una reazione allergica a un farmaco somministrato per effettuare una scintigrafia ossea la causa della morte dell’80enne Teresa Cannazza, avvenuta lo scorso 21 luglio all’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce.
Per fare luce sulla vicenda la pm Maria Consolata Moschettini ha iscritto sei persone nel registro degli indagati: il medico di turno e il collega in servizio in reparto, oltre a un’infermiera e a un’operatrice socio-sanitaria, ma anche il tecnico di Radiologia e il collega che ha preparato il farmaco. L’autopsia è avvenuta oggi e ora si attendono i risultati. Gli indagati sono accusati di responsabilità colposa per morte in ambito sanitario.
A ricostruire le ore che hanno preceduto il decesso, i figli e il marito dell’anziana, che hanno presentato una denuncia-querela presso il posto fisso di polizia, contestando l’intera gestione dell’esame. Alla donna era stata prescritta una scintigrafia ossea per capire se la malattia avesse intaccato altri organi. Così l’anziana è stata accompagnata in ospedale da due dei suoi tre figli.
Subito dopo la somministrazione del farmaco radioattivo, necessario per eseguire l’accertamento, la paziente aveva accusato i primi segni di sofferenza respiratoria. Secondo il racconto dei figli, lo stato di malessere sarebbe proseguito per circa due ore e mezzo, e la donna avrebbe anche cominciato a pedere sangue da un orecchio. L’anziana è stata allora trasferita dal Dea al Pronto soccorso del “Fazzi” con l’auto di famiglia, ma la situazione era ormai precipitata.
Redazione Nurse Times
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