Un medico e un infermiere sono stati iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo per aver somministrato un antibiotico ad una paziente deceduta pochi minuti dopo.
Nonostante la donna avesse comunicato più volte di essere allergica al principio attivo Ceftriaxone, la molecola sarebbe stata dapprima prescritta e poi somministrata. Entrambi i professionisti sanitari sono stati rinviati a giudizio.
I fatti si sono svolti presso l’ospedale Cristo Re di Roma, lo scorso 17 gennaio. La signora si presentò in Triage per una bronchite, comunicando immediatamente di essere allergica al farmaco “Rocefin”. Anche i parenti della vittima avrebbero più volte ribadito l’allergia al personale sanitario ed in vari momenti in Pronto Soccorso.
Nonostante ciò, secondo l’accusa, un infermiere somministrò proprio quell’antibiotico prescritto da un medico della struttura.
La reazione allergica si manifestò nel giro di pochissimi minuti. Subito una grave crisi respiratorio, poi l’arresto cardiocircolatorio che si rivelò fatale nonostante gli immediati tentativi di rianimazione.
Il farmaco venne prescritto alle ore 21.30 del 17 gennaio, poco dopo l’arrivo in Pronto Soccorso. L’infermiere in turno alle 6 del mattino del 18 gennaio, leggendo la prescrizione, lo somministrò ignorando l’allergia.
Venticinque minuti dopo, la donna muore.
La settimana successiva la figlia della donna decide di sporgere denuncia, sostenendo che il decesso della madre sia stato una conseguenza della negligenza di infermieri e l medici che la hanno avuta in cura.
Il pm Pietro Pollidori ha dispoto il sequestro della cartella clinica della donna e di tutta la documentazione sanitaria, nelle quali sarebbe stata evidente l’allergia della paziente a quel determinato farmaco.
Le richieste della procura sono state accolte dal gup Claudio Carini, non convinto dalla strategia difensiva dei due professionisti, ora accusati di omicidio colposo.
Nonostante la paziente fosse allergica al farmaco, lo avrebbero somministrato ugualmente “agendo in cooperazione colposa fra loro” e cagionandone il decesso.
I due – secondo il magistrato – avrebbero agito con “grave negligenza e imprudenza”.
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