La malattia di Alzheimer è la forma più comune di demenza degenerativa che risulta essere invalidante e che ha le sue manifestazioni durante la senescenza e, in pochi casi, anche in età non necessariamente avanzata (prima dei 65 anni)
Purtroppo tale malattia va a dare serie ripercussioni sulla vita quotidiana dei pazienti e il lento declino di attività nobili dell’individuo determina, tra le strategie interventistiche, l’ausilio di terapia adeguata.
Oggigiorno l’associazione tra rischio di mortalità e l’uso di antidepressivi in persone affette da demenza è sconosciuta. Per descrivere l’uso di antidepressivi in persone con differenti diagnosi di demenza ed esplorare il rischio di mortalità associato con l’uso di antidepressivi 3 anni prima di una diagnosi di demenza sono stati analizzati i dati del Registro della demenza svedese che ha incluso 20.050 pazienti di una clinica della memoria con nuova diagnosi di demenza.
L’analisi del Registro dei farmaci prescritti svedese ha consentito la determinazione degli antidepressivi dispensati al momento della diagnosi di demenza e durante i 3 anni precedenti.
- Il 25,8% dei pazienti è deceduto durante il follow-up (mediana: 2 anni) dopo la diagnosi di demenza;
- Il 25,0% era in terapia con antidepressivi al momento della diagnosi;
- Il 21,6% ha usato antidepressivi in qualche momento durante i 3 anni precedenti.
In conclusione, il trattamento antidepressivo è comune tra i pazienti affetti da demenza. L’uso di antidepressivi durante le fasi prodromiche può ridurre la mortalità nella demenza e in particolare nella malattia di Alzheimer, e lo conferma il dato “c”, 21.6%
Però per per i pazienti affetti da demenze non Alzheimer, non esiste alcuna prova che siano di beneficio i farmaci a effetto colinergico aumentato.
CALABRESE Michele
Fonte:
Acta Psychiatr Scand. 2016 Nov;134(5):430-440. Epub 2016 Sep 1. Enache D.
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