Così il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici, intervenuto alla cerimonia inaugurale del 54° Congresso nazionale del Sumai Assoprof, di scena a Roma.
“Il medico non è soltanto la persona che sa fare la diagnosi e la terapia, ma è anche quella che sa interpretare il bisogno del malato. Credo che il passaggio dal medico che cura la malattia al medico che cura il malato sia oggi l’esigenza più importante nella definizione di quello che è il nostro ruolo e il nostro lavoro”. Lo ha detto il presidente della Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri), Filippo Anelli, durante la cerimonia inaugurale del 54° Congresso nazionale del Sumai-Assoprof, dal titolo “Pnrr, Missione 6, specialista dove sei?”, che si chiude oggi a Roma.
“Il nostro è un lavoro particolarmente complesso – ha proseguito – perchè viviamo in una società dove ai medici è chiesto tanto. E noi, talvolta, forse ci lasciamo intimidire e non pensiamo invece al ruolo fondamentale che svolgiamo in questa società. I medici sono classe dirigente della nostra società, noi tutti siamo classe dirigente, perchè siamo esempio di una società che dovrebbe coniugare il saper fare bene il proprio lavoro con i principi etici che dovrebbero ispirare ogni passaggio e ogni categoria di questa nostra società. E questo noi lo facciamo: siamo quelli che studiano, che non improvvisano; siamo quelli che continuano a studiare continuamente”.
“E ancora: Oggi, per fare il medico, bisogna non solo essere laureati e abilitati, ma bisogna anche essere certificati. E siamo noi quelli che prendono le decisioni, che si assumono le responsabilità in maniera autonoma, e quelli che, per quelle decisioni, rispondono. E siamo sempre noi quelli che vincolano il proprio lavoro a principi etici, che sono fondamentali per noi, il nostro giuramento di Ippocrate. Siamo noi che lavoriamo per alleviare le sofferenze, curare le malattie e garantire il diritto alla salute e il diritto alla vita. La nostra professione, dunque, ha un grande valore sociale in questa società”.
Redazione Nurse Times
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