Riprendiamo dal quotidiano barese “Quinto Potere” uno stralcio dell’intervista al presidente Opi di Bari Saverio Andreula che descrive la difficile situazione per la carenza di personale infermieristico al Policlinico di Bari.
Le preoccupazioni espresse da Saverio Andreula, presidente dell’OPI Bari, riguardo alla qualità e alla sicurezza delle cure all’interno del Policlinico di Bari sono significative. Il presidente dell’ordine degli infermieri afferma che ci sono richieste da parte del personale infermieristico e dei dirigenti medici per garantire la sicurezza di ogni singola prestazione, ma il volume attuale del Policlinico rispetto al personale di supporto rappresenta una seria difficoltà. Durante il periodo delle ferie, che si sovrappongono ai pensionamenti, diventa impossibile garantire i protocolli assistenziali, causando una grossa preoccupazione. Andreula incoraggia i cittadini a rivolgersi all’Ordine delle Professioni Infermieristiche in caso di problematiche simili e sottolinea la responsabilità diretta dei professionisti sanitari per la qualità delle cure erogate. L’Ordine si impegna a sostenere i bisogni di salute dei pazienti e a cercare certezze nella qualità delle cure.
La situazione al centro trapianti di fegato
La situazione riguardante i trapianti di fegato nel post Covid nel Policlinico di Bari è stata descritta come un grave problema da parte dell’Associazione Italiana Trapiantati di Fegato.
La denuncia dell’associazione
L’unità trapianti è stata declassata e ci sono state decine di posti letto tolti, causando una carenza assistenziale significativa nel pre e post operatorio. Il problema principale riguarda il reparto di Gastroenterologia, dove la mancanza di personale ha portato alla riduzione dei posti letto disponibili. Questo ha comportato che i pazienti trapiantati vengano “parcheggiati” nel pronto soccorso, mettendo a rischio le loro vite. Inoltre, l’assistenza psicologica è carente, non fornendo il supporto necessario ai trapiantati nelle diverse fasi del percorso. La mancanza di un sostegno psicoterapeutico può causare problemi sia a livello psicologico che fisico per i pazienti.
L’Associazione ha avuto un dialogo con l’assessore Palese, ma non ha ricevuto risposte dal 24 maggio. I trapiantati si trovano costretti a viaggiare per ottenere cure e assistenza, poiché solo pochi vengono seguiti localmente. Considerando che il trapianto è un farmaco salvavita, dovrebbe essere a carico del servizio sanitario nazionale. Tuttavia, anziché investire nel territorio per curare e seguire i pazienti in loco, la Regione sembra preferire spendere somme significative per i “viaggi della speranza”. L’Associazione sottolinea la necessità di strutture adeguate e, soprattutto, di personale medico e paramedico per sostenere i trapiantati. Se ciò non è possibile, la regione dovrebbe essere chiara e non nascondersi dietro false promesse.
Redazione NurseTimes
Fonte: www.quintopotere.it – www.quintopotere.it
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