Reggio Emilia. Una riorganizzazione del sistema dell’emergenza, che prevede la sperimentazione di ambulanze con l’infermiere a bordo. C’è il sì dei sindacati, ma… La politica ha forti dubbi
“Essere esperti di massaggio cardiaco o di respirazione assistita o saper riconoscere un pericolo di vita sono cose differenti. Lavori differenti. Un medico che manca si cerca, non si sostituisce con un infermiere, seppur preparato. Se muore qualcuno, di chi sarà la responsabilità? Siamo tutti in pericolo”.
È con queste illuminate e illuminanti parole che, dall’alto di chissà quali profonde competenze in ambito sanitario e in particolar modo per ciò che concerne l’emergenza sanitaria, Rifondazione Comunista di Correggio (Reggio Emilia) ha commentato un’iniziativa sperimentale partita lo scorso 18 giugno e che prevede infermieri in ambulanza anziché medici.
La “pericolosa” sperimentazione, come riportato dalla Gazzetta di Reggio, verrà ben spiegata oggi in una commissione consiliare convocata a Correggio, alla presenza del direttore generale dell’Ausl Fausto Nicolini. Si tratta di un mezzo in partenza dall’ospedale San Sebastiano di Correggio che, nelle ore notturne, vedrà il solo infermiere.
Un progetto che potrebbe allargarsi, vista la necessità di effettuare “una riorganizzazione del sistema dell’emergenza territoriale”, come aveva dichiarato l’Ausl. Ma la politica proprio non è d’accordo: “Una scelta dettata dal deficit di dottori in fascia notturna” ha rincarato infatti la dose Gianluca Nicolini, capogruppo di Centrodestra per Correggio.
Molto più prudenti i sindacati: la Cgil Medici si è detta soddisfatta del cambio di rotta, sottolineando che i mezzi notturni salgono da 6 a 10. Altresì, Cgil (Funzione Pubblica), Cisl e Uil il 6 luglio hanno avuto un incontro con i vertici dell’Ausl: “Le risposte dell’azienda sono state soddisfacenti e, nella fase di avvio, il personale inviato da Reggio ha contribuito in maniera determinante. Non ci risultano criticità”.
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