“Ambulanza a pagamento per chi si ‘beve’ la vita”.
Sarebbe questa la “proposta” presentata in maniera provocatoria dal presidente dell’associazione “Nessuno Tocchi Ippocrate”.
L’iniziatiava lanciata sui social network è finalizzata a mettere un freno alle chiamate d’emergenza da parte di chi abusa di alcol e droghe, soprattutto il sabato sera.
“E’ una provocazione, allo stesso tempo una riflessione, sulle condizioni in cui sono costretti a lavorare medici e operatori d’emergenza a Napoli, dove sono 18 le ambulanze del 118 per una popolazione che sfiora il milione. Far pagare un ticket, come succede ai codici bianchi in pronto soccorso con circa 40-50 euro, a chi chiama il 118 dopo essersi ubriacato potrebbe essere un deterrente, in modo da favorire un consumo di alcol più consapevole”, spiega Manuel Ruggiero, presidente di ‘Nessuno tocchi Ippocrate’ e medico del 118 di Napoli.
“Nella zona dell’ex villaggio Italsider c’è una concentrazione di locali e discoteche che crea non poche difficoltà in caso di emergenza – aggiunge – Ci arrivano tantissime chiamate nel weekend per persone che si ubriacano fino a perdere i sensi, ma questo ‘abuso’ sottrae l’ambulanza ad altre urgenze.
Forse sarebbe il caso che i gestori dei locali iniziassero a pensare ad ambulanze private fuori dalle discoteche per intervenire sull’abuso di alcol e di sostanze stupefacenti. Chi si procura da solo una ‘sbronza’ – conclude il medico – dovrebbe capire che non può poi chiamare un mezzo di soccorso pubblico perché in questo modo lo sottrae a chi invece ha una emergenza, è in pericolo di vita o ha avuto un incidente”.
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