Allo studio una strategia green basata sulla coltivazione della specie Pteris Vittata. Il progetto, vede la partecipazione, tra gli altri, dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss).
Una felce potrebbe pulire le acque potabili dall’arsenico (As). Più precisamente la specie Pteris Vittata, che, coltivata nell’ambito di un sistema idroponico (ossia in assenza di suolo e in cui la pianta viene nutrita con una somministrazione di sostanze nutritive disciolte in acqua), è al centro di un progetto finalizzato a rimuovere l’As dalle acque del Pozzo Varano, nel Viterbese.
Un sistema che potrebbe essere il prototipo di una tecnologia ecosostenibile a basso costo da utilizzare, in generale, per eliminare l’arsenico da tutte le acque potabili. Il progetto, finanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), Programma operativo Regione Lazio, vede la compartecipazione di Istituto Superiore di Sanità, Università di Roma “La Sapienza” e Consiglio Nazionale della Ricerca (CNR-IBPM).
Protagonista è la felce Pteris Vittata, perché ha una caratteristica che la rende idonea allo scopo: è un iperaccumulatore, capace cioè di assorbire e accumulare fino a 22.000 mg/Kg di arsenico dal suolo e quindi utilizzabile per trattare suoli contaminati dal metallo. Inoltre la sua capacitàdi crescere in un sistema idroponico e di accumulare As quando coltivata in acqua contaminata è stata evidenziata da recenti studi.
Le finalità del progetto sono quelle di stabilire le condizioni ottimali di crescita delle felci. Ciò al fine di: ridurre i tempi di assorbimento dell’As e, in linea con una strategia green, riutilizzare le piante per diversi cicli; mettere a punto una tecnica innovativa di Hyperspectral Imaging (HSI) per monitorare l’assorbimento del metallo: realizzare un sistema bench scale a vasca, ovvero un impianto in scala di laboratorio operante in ogni vasca, impiegato per test di fitodepurazione.
Redazione Nurse Times
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