UDINE. Sembrava una malattia debellata , una di quelle di cui si sente parlare solo in televisione, magari in qualche TG, in riferimento a qualche malcapitato, sbarcato sulle nostre coste. Eppure la situazione non è esattamente così. All’ospedale di Udine ben 85 pazienti sono stati curati negli ultimi cinque anni ed i nuovi casi sono sempre in ulteriore aumento. E non solo a Udine. Anche il resto delle città italiane non hanno nulla da invidiare in quanto a nuovi contagi.
Lo studio effettuato dalla Clinica delle Malattie Infettive e della Microbiologia di Udine parte come osservazione dal 2010, quando i nuovi casi erano già in ripresa.
Nel 2011 si è arrivati alla soglia dei quattordici pazienti trattati, nel 2012 diciotto casi, nel 2013 vent’otto casi. Il 2015 solo fino ad agosto ha un esordio abbastanza alto con un numero di quindici casi.
Secondo lo stesso studio, il 70% dei pazienti che contraggono la malaria è costituito prevalentemente da stranieri in parte migranti che arrivano in Friuli dall’Africa. Molto spesso però sono gli stessi immigranti che vivono ormai da lungo tempo in Italia a contrarre la malattia, in quanto avendo perso rapidamente l’immunità e dovendo eseguire la stessa profilassi degli italiani in caso di viaggio nelle zone malariche, molto spesso questa indicazione viene disattesa riportando conseguenze facilmente immaginabili.
Il dato riportato: tre ammalati su dieci sono friulani.
La malattia infatti è diffusa prevalentemente in Africa, Sud Est Asiatico, Asia Meridionale, Medio Oriente, Europa dell’est, America centro meridionale e Sud Pacifico.
La malattia nel nostro paese è inclusa tra le malattie infettive di classe terza e come tale soggetta a denuncia obbligatoria. Trattasi di una parassitosi (la più importante) e la seconda malattia infettiva al mondo per morbilità e mortalità dopo la tubercolosi, con 500 milioni di nuovi casi clinici l’anno e un milione di morti l’anno.
La malaria è una malattia infettiva causata da protozoi del genere Plasmodium, trasmessi all’uomo dalle zanzare femmine del genere Anopheles. I casi in Europa sono tutti di importazione, cioè il contagio è avvenuto nei paesi dove è presente la malattia e non si trasmette da persona a persona.
Occorre considerare la possibilità di contagio da zanzara importata attraverso i mezzi di trasporto quali navi ed aerei. Il trattamento della malaria ed il suo controllo è diventato più difficoltoso da quando la resistenza ai farmaci da parte dei parassiti si è diffusa a macchia d’olio in molte regioni dell’area tropicale. Resistenza insorta anche agli insetticidi da parte degli insetti vettori.
La diagnosi di malaria dovrebbe essere presa in considerazione per tutti i soggetti che presentino sintomatologia tipica e che abbiano soggiornato in Paesi in cui è presente la malaria (ogni febbre proveniente da area endemica è malaria fino a prova contraria).
Perciò…un nostro piccolo consiglio: viaggiate, viaggiate e viaggiate ma ricordatevi di passare o di telefonare all’ufficio igiene e profilassi prima di partire. Un buon consiglio è sempre utile per salvaguardare la salute di tutti.
Buone vacanze.
Infermiera Barbara Panizzo
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