Donare la vita: ognuno di noi racchiude un tesoro che può salvare gli altri
Nel nostro Pese una delle tecniche chirurgiche più consolidate è quella della divisione del fegato che ha consentito di salvare la vita di due giovani pazienti (rispettivamente di 1 e 16 anni) ricoverati al Bambin Gesù di Roma in condizioni critiche ed in competizione per lo stesso organo.
A “metterci le mani” è stato il professore Jean De Ville, direttore del dipartimento chirurgico.
Il ragazzo di 16 anni era il primo in lista ed era affetto da scopenso della funzionalità epatica.
Nel caso della paziente più piccola a far escludere la donazione da parte del padre era stato un problema di compatibilità che aveva spinto i medici a ricorrere ad una preparazione immunitaria specifica.
Come è noto nel caso dei trapianti la priorità va al paziente in condizioni maggiormente critiche, ma in questo caso è stata la differenza di peso dei due destinatari a consentire l’utilizzo dello stesso organo per un trapianto simultaneo di donazione da cadavere.
Nella pratica comune si prevede l’allocazione della parte destra del fegato ad un paziente adulto e la parte sinistra ad un bambino, il lavoro viene svolto da 3 equipe (una per il prelievo e due per il trapianto) con un notevole peso organizzativo quando viene eseguito nella stessa struttura ospedaliera.
Un’ulteriore occasione per prendere forte coscienza dell’importanza della donazione degli organi e della bellezza di questo gesto.
Mina Cucinotta
(fonte “il Messaggero” del 28/08/2015)
Lascia un commento