Con il seguente comunicato il sindacato esprime preoccupazione per la fuga di personale verso le strutture private, denunciando assunzioni lente, mancanza di risorse aggiuntive dalla Regione e stress dei lavoratori, retribuiti meno che in altre regioni. “Serve una radicale inversione di tendenza”, dice la segretaria Sonia Tedesco.
Il Servizio sanitario regionale pubblico sta morendo, e mancano politiche coraggiose, capaci di invertire questo triste destino. Medici e operatori sanitari del servizio pubblico sono in fuga, attratti da un privato accreditato sul quale la regione sta investendo in maniera importante per il recupero delle liste di attesa (vedi Delibera di mercoledì 9 febbraio, che assegna i budget alla specialistica ambulatoriale privata accreditata, con un fondo di riserva presso Azienda Zero di 10 milioni di euro). Ma sono in fuga anche verso l’attività autonoma, che in tempo di crisi di offerta di prestazioni pubbliche risulta molto attrattiva sia da un punto di vista economico che di carico di lavoro complessivo.
“Il circolo vizioso Covid, le liste di attesa e la necessità di recupero di prestazioni finiscono col far entrare il servizio pubblico in una spirale che determina l’impoverimento complessivo del sistema, come risultato dell’attrazione che il privato esercita – dichiara Sonia Todesco, segretaria regionale Cgil Funzione Pubblica –. Più aumenta l’investimento sul privato, in termini di richiesta di prestazioni per soddisfare le liste di attesa, in un mercato degli specialisti inaridito da anni di mancati investimenti formativi, più il privato amplierà la sua ricerca negli ospedali pubblici. Il tema, naturalmente, è economico, ma non solo. L’idea principale che sta dietro la fuga dei professionisti è riuscire a esercitare la professione in un contesto organizzativo che sia meno fonte di stress professionale e personale. Ma anche su questo aspetto, strategico nella gestione del personale, non si sta facendo nulla”.
I numeri di prestazioni ambulatoriali e di ricoveri, appena usciranno i bilanci consuntivi 2021 delle aziende sanitarie del Veneto, saranno implacabili. La strada del declino pubblico, infatti, soprattutto nelle aziende dove il privato è molto forte, è aperta da tempo, da molto prima del Covid.
Prosegue la segretaria di Fp Cgil Veneto: “Serve una radicale e coraggiosa inversione di tendenza: stop agli investimenti sul privato accreditato; stop ad assunzioni di personale lente e timide nelle aziende sanitarie; stop a zero risorse aggiuntive regionali, che il Veneto non eroga da oltre 14 anni e che, nel panorama nazionale, colloca la nostra regione agli ultimi posti nella classifica delle retribuzioni complessive del personale del comparto del Ssr”.
E ancora: “Anni di mancati investimenti sul personale hanno portato a questa situazione, che va affrontata con coraggio. Non è più sopportabile dagli operatori sanitari del Veneto il rimando delle difficoltà a livello centrale sull’impossibilità di spendere di più. Dopo 14 anni, non ci crede più nessuno. Prova ne è che non si spende neanche ciò si potrebbe. Ricordiamo la recente DGR 1674 del 29 novembre 2021, con cui Regione Veneto regala decine e decine di infermieri al sistema delle case di riposo pubbliche e private, includendo la spesa nel piano dei fabbisogni delle proprie aziende sanitarie. Roba da immediato intervento della Corte dei Conti. Ricordiamo che anche altre Regioni hanno aiutato il sistema dei Centri Servizi, che ha grandi difficoltà nel reclutamento di personale infermieristico, assegnando temporaneamente personale proprio, ma con la notevole differenza di richiederne l’intera copertura del costo extra spesa del personale necessario per il funzionamento delle proprie aziende sanitarie”.
Conclude Tedesco: “Da questi segnali si percepisce chiaramente la strada intrapresa dal Veneto, che poi è la stessa intrapresa nel sistema delle relazioni sindacali: tavoli sindacali inesistenti, delibere a spot senza alcuna interlocuzione e nessuna idea in campo. Una strada che va immediatamente contrastata e fermata. Per tutti questi motivi, venerdì 28 febbraio la Fp Cgil Veneto riunirà i propri esecutivi provinciali del comparto e della dirigenza sanitaria per assumere le necessarie e opportune decisioni per affrontare questa difficile situazione”.
Redazione Nurse Times
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