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Alessandria, bimba morta di malaria: per i genitori si poteva salvare

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La piccola Maria Rapallini è deceduta all’Ospedale Infantile. Mamma e papà ha presentato denuncia ai carabinieri.

La cartella clinica di Maria Rapallini, sette anni a dicembre, morta di malaria all’Ospedale Infantile di Alessandria, non è più sotto sequestro. Il giudice ha deciso così, liberando anche la salma della piccola. I genitori sono ora prigionieri di una domanda: si poteva salvare la loro bambina? «Era la nostra unica figlia – racconta il padre Renato, 74 anni –. Era sana, forte. Non è possibile che sia morta così».

Secondo il racconto degli stessi genitori, la piccola e la mamma Itohan Uwagboe, 38 anni, spesso si recavano in Nigeria e sempre chiedevano alla pediatra la profilassi di prevenzione. «Non è mai successo nulla – insiste Itohan –. Quest’anno mi hanno detto di vaccinarla contro la meningite e così ho fatto». Non è chiaro se sia stata consigliata la profilassi per la malaria.

La bambina inizia a star male lunedì: si lamenta per un mal di pancia, e il giorno dopo per la gola arrossata. Allora la mamma la porta dalla pediatra: «Ho spiegato che eravamo tornate dall’Africa da poco e che si era già sentita male». Il medico prescrive un antibiotico e un farmaco per la gola. Mercoledì Maria inizia a vomitare: «La pediatra, rispondendo a un mio sms, dice di darle del biochetasi. Maria smette di vomitare, e giovedì sta meglio». La febbre arriva venerdì mattina: «Quando il medico la vede dice “portatela subito all’Infantile”».

«La bambina è arrivata al Pronto soccorso già in condizioni serie – racconta Danie la Kozel, direttore sanitario dell’Azienda ospedaliera alessandrina –. La diagnosi di malaria è stata fatta subito, e sono state seguite tutte le procedure. La situazione è precipitata alle 18. Siamo vicini al dolore dei famigliari. E nello stesso tempo facciamo un appello a chi sta per affrontare un viaggio all’estero: rivolgetevi sempre alle Asl».

I genitori di Maria chiedono perché la bimba non è stata trasportata a Torino: «Lì l’avrebbero salvata». Alle domande di questa coppia disperata, forse, le risposte arriveranno dall’autorità giudiziaria: i due hanno presentato denuncia ai carabinieri. Ora il procedimento è aperto contro ignoti, non ci sono indagati.

Redazione Nurse Times

Fonte: La Stampa

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