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Agrigento, anche l’Ordine degli infermieri in piazza per manifestare contro la criminalità

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Agrigento, anche l’Ordine degli infermieri in piazza per manifestare contro la criminalità
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È accaduto ieri, a 26 anni dall’attentato mafioso in cui persero la vita Giovanni Falcone, sua moglie e gli uomini della scorta.

Anche l’Opi di Agrigento era presente alla Marcia per la Legalità, manifestazione andata in scena ieri, 23 maggio. Agrigento è scesa in piazza per dire no a ogni forma di violenza e criminalità, nel nome di Giovanni Falcone. A 26 anni dalla morte del magistrato, della moglie Francesca Morvillo e degli uomini della scorta un serpentone di istituzioni e alunni di diverse scuole locali ha attraversato il centro città per radunarsi poi in piazza Aldo Moro. Un corteo festoso che ha raggiunto in una ventina di minuti l’area sotto la Prefettura, dove sono stati eseguiti l’inno di Mameli e l’inno alla Gioia.

A rappresentare il Consiglio dell’Ordine infermieristico sono stati i revisori Luigi Galiano, Salvatore Terrana e Calogero Vella. “Legalità e onestà sono valori irrinunciabili in qualunque ambito – ha detto il presidente dell’Opi Agrigento, Salvatore Occhipinti, impossibilitato a partecipare per impegni lavorativi –. E sono di certo un vessillo di cui la nostra categoria intende fregiarsi, operando in un settore tanto delicato e importante quanto quello della salute pubblica”.

Sul palco si sono susseguiti i rappresentanti della consulta studentesca e poi il prefetto Dario Caputo, il vicario generale, monsignor Melchiorre Vutera, il provveditore agli studi Raffaele Zarbo e il sindaco Lillo Firetto. Accanto a lui, diversi primi cittadini della provincia.

Nelle parole di tutti, la convinzione che la mafia, proprio come diceva Falcone, in quanto fenomeno umano sarà destinato a una fine, ma anche che solo con l’impegno giornaliero da parte di tutti questo potrà avvenire. “Iniziative come quelle di stamattina – ha detto il sindaco – non servono a fare retorica, ma a tenere desta l’attenzione su dove dobbiamo andare e su quale deve essere il futuro, soprattutto dei nostri figli”.

Davide Amato, rappresentante della Consulta, ha ricordato la figura di Peppino Impastato, il suo invito a manifestare davvero la volontà di cambiamento e di contrasto al fenomeno mafioso. Un invito ripreso anche negli altri interventi, in primis quello del prefetto Caputo, il quale ha ribadito la necessità, soprattutto da parte di chi ha posizioni di responsabilità, di avere “atteggiamenti di vita e comportamenti quotidiani” che testimonino la legalità.

Fonte: www.agrigentonotizie.it

 

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