Stando a uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine, la tecnica di ablazione a campo pulsato per la fibrillazione atriale parossistica non sarebbe inferiore a quella termica in termini di efficacia. I parametri di non inferiorità erano l’assenza di un composito di fallimento procedurale iniziale, tachiaritmia atriale documentata dopo 3 mesi, uso di farmaci antiaritmici, cardioversione, o procedura ripetuta dopo un anno a causa di eventi avversi gravi.
“L’ablazione a campo pulsato usa campi elettrici ad alta tensione su scala di microsecondi per causare elettroporazione irreversibile con necrosi cellulare finale”, spiega il primo autore Vivek Reddy, professore di Medicina in elettrofisiologia cardiaca presso Icahn School of Medicina al Mount Sinai Hospital.
In passato alcuni studi hanno dimostrato che l’ablazione a campo pulsato ha un grado di specificità ablativa preferenziale per il tessuto miocardico con effetti limitati sui tessuti adiacenti come l’esofago, il nervo frenico e il tessuto delle vene polmonari.
ADVENT è il primo studio multicentrico randomizzato progettato per confrontare le non inferiorità dell’ablazione a campo pulsato rispetto alla termica con radiofrequenza o criopalloncino nel trattamento della fibrillazione atriale parossistica refrattaria ai farmaci. In totale, 305 pazienti sono stati sottoposti ad ablazione a campo pulsato e 302 a quella termica.
Dopo un anno di follow up, l’endpoint primario di efficacia è stato raggiunto in 204 pazienti sottoposti alla prima e in 194 pazienti sottoposti alla seconda. Anche in termini di sicurezza i due trattamenti risultano simili: sei pazienti hanno accusato eventi avversi nel gruppo di ablazione a campo pulsato e quattro nel gruppo di ablazione termica.
Jared Bunch, della Divisione di Medicina cardiovascolare dell’Università dello Utah di Salt Lake City, commenta: “Se il rischio di lesioni esofagee venisse mitigato o risolto con l’ablazione a campo pulsato, questo sarebbe un grande passo avanti e un segnale che la tecnologia potrebbe essere all’altezza delle aspettative”.
Redazione Nurse Times
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