In base alle linee guida nel prossimo anno scolastico non si potrà andare a scuola con sintomatologia respiratoria e con sintomi febbrili fino a 3 giorni dopo i primi sintomi. Ma il pediatra Luca Bernardo, direttore del dipartimento di pediatria dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano, dice la sua: a settembre è inutile tenere i bimbi a casa per un raffreddore.
L’esperto lo spiega al Corriere della Sera. “Non ha senso tenere i bimbi a casa per queste lievi indisposizioni. Potrebbero tranquillamente tornare in classe dopo un giorno di osservazione, se non hanno febbre. È un peccato, se hanno buone condizioni di salute, fargli perdere l’appuntamento con la campanella. Con queste indicazioni il rischio è che passino un inverno puntellato di assenze“.
Inutile tenere i bimbi a casa se non necessario.
L’esperto dice che ha più senso avere “più attenzione a indossare la mascherina, quando non è a distanza di un metro-un metro e mezzo dai compagni, e a lavarsi spesso le mani“.
Quello che, invece, diviene essenziale è il vaccino. Infatti, in caso di febbre sapere di poter escludere l’esistenza di virus influenzali faciliterebbe la diagnosi differenziale.
Il dibattito è ormai già aperto tra chi chiede maggiori precauzioni e chi invece ritiene non abbia senso essere così restrittivi.
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