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Caos al San Raffaele di Milano: reparti critici affidati a infermieri di cooperativa impreparati

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Leucemie, dal San Raffaele una nuova strategia immunoterapica
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San Raffaele sotto choc: somministrato farmaco 10 volte la dose, scatta l’indagine. Unità di crisi attivata dopo gravi errori al terzo piano “Iceberg”: trasferimenti, stop nuovi arrivi 

Una serie di errori infermieristici attribuiti al personale di una cooperativa esterna ha provocato ore di caos e rischio clinico al terzo piano del padiglione Iceberg dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, dove si trovano la Medicina ad alta intensità, la Medicina di cure intensive e l’Admission room. Le notizie parlano di mancate registrazioni delle terapie, difficoltà a eseguire procedure per pazienti critici e di errori farmacologici, incluso un caso di somministrazione scorretta di amiodarone. Per queste ragioni la direzione sanitaria ha attivato un’unità di crisi e sono scattati trasferimenti e il blocco temporaneo dell’ingresso di nuovi pazienti dai pronto soccorso. 

Cosa è successo: sintesi dei fatti e rischi segnalati

Nelle mail interne circolate tra la notte di sabato e la mattina seguente il personale medico ha descritto «problemi di assistenza infermieristica» emersi «nella prima giornata di presa in carico del servizio» da parte della cooperativa, con «situazioni ad elevatissimo rischio per i pazienti» e «pericolosa gestione dei pazienti più critici». Tra gli episodi segnalati: operatori senza affiancamento in reparto, personale che non sapeva dove reperire farmaci, omissione della registrazione delle terapie in cartella clinica e difficoltà a contattare il medico di guardia con il dispositivo interno. In un caso è stato necessario chiamare specialisti di altri reparti per applicare una maschera per ventilazione non invasiva. 

Uno degli episodi più gravi riportati nelle comunicazioni interne è la somministrazione di una dose di amiodarone a velocità (200 ml/h) nettamente superiore a quanto previsto (20 ml/h), per un errore di identificazione del farmaco da parte di un’operatrice. Fonti interne parlano di un comportamento ritenuto «inaccettabile» e «estremamente pericoloso» per pazienti e medici. 

Reazione dell’ospedale e misure adottate

Secondo la direzione sanitaria, la struttura si è attivata immediatamente «sin dalle prime ore» per garantire continuità assistenziale e per limitare i rischi sui pazienti; il direttore sanitario Roberts Mazzuconi ha dichiarato che «attualmente la situazione è sotto controllo» e che non è stata disposta la chiusura di reparti né una limitazione dell’accesso al pronto soccorso. Tuttavia, la gestione delle prime ore ha comportato trasferimenti dei pazienti e la richiesta a tutti i reparti di liberare posti rimandando a casa i dimissibili per creare margine operativo. 

La direzione ha inoltre formalizzato l’attivazione di una Unità di crisi per valutare responsabilità, ricollocare personale e riorganizzare turni e procedure: uno step che apre a possibili verifiche amministrative e, se necessario, a istruttorie più approfondite da parte degli organi di vigilanza. 

Contesto organizzativo: la scelta delle cooperative e le proteste del personale

Dietro l’emergenza segnalata c’è una scelta organizzativa che negli ultimi mesi aveva già suscitato allarmi: la direzione, guidata dall’amministratore unico Francesco Galli, aveva scelto di affidare alcuni reparti critici o a rischio sotto-organico a personale di cooperative esterne — una pratica adottata anche per contenere i costi e coprire gap di organico. Sindacati e Rsu avevano già denunciato la fuga di professionalità e la riduzione del personale assunto, con circa quindici infermieri dimissionari segnalati nei reparti dell’Iceberg nelle settimane precedenti. 

Il San Raffaele fa parte del Gruppo San Donato, primo gruppo ospedaliero privato italiano, struttura accreditata con il Servizio Sanitario Nazionale: la natura mista delle attività (parte a pagamento, parte in regime SSN) e il ricorso massiccio ad appalti esterni sono elementi al centro del dibattito. I sindacati (tra cui Cub e Rsu) parlano di “cronaca di un disastro annunciato” e hanno segnalato i fatti al ministero della Salute, alla Regione Lombardia e agli organi di vigilanza competenti. 

Reazioni politiche e istituzionali

L’opposizione regionale ha chiesto chiarimenti e audizioni in commissione consiliare: il consigliere Onorio Rosati (Alleanza Verdi Sinistra) ha dichiarato che, se confermate, le notizie rappresentano «una gravità inaudita» e ha invitato la direzione generale del San Raffaele e l’assessore al Welfare a riferire al più presto davanti alla Commissione. Sul tavolo c’è la richiesta di chiarimenti sul modello di governance, sui criteri di appalto del personale e sulle garanzie per i pazienti accreditati al SSN.

Redazione NurseTimes

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