La notizia di un singolare caso di disagio arriva da una scuola di Cagliari, segnatalo da alcune testate locali, e riguarda una diciottenne, disabile totale e disfagica, che può mangiare solo frutti e cibi sani. Come le banane, la cui polpa deve però essere schiacciata per essere assimilata. Peccato che l’operatrice socio-sanitaria (oss) addetta a seguire la studentessa si rifiuti di farlo.
Lo riferisce la madre e amministratrice di sostegno della ragazza, Alessandra Piroddi, che lavora pure come supplente nella stessa scuola. “Da un po’ di tempo sto male – racconta -, e l’oss si rifiuta di schiacciare le banane da dare alla mia bambina”. Il motivo? “Regole Haccp, come mi ha detto anche a voce la dirigente. Le ho spedito delle mail Pec con richieste di chiarimenti, ma deve ancora rispondermi. Mi hanno invitata a dare a mia figlia merendine industriali, ma rischia di ammalarsi di diabete e, per le patologie che ha, deve mangiare solo determinati cibi. Spero che questa situazione si risolva al più presto”.
Di seguito il racconto-denuncia della madre.
“Cercasi persona di buon cuore che voglia, a titolo gratuito e volontario, aiutare mia figlia, svolgendo un piccolo compito: schiacciare una banana con una forchetta (non c’è bisogno di usare un frullatore) in ambito scolastico a Cagliari. Naturalmente abbiamo già inoltrato il certificato medico con questa precisa dicitura. Poi la banana verrà somministrata dalla oss scolastica.
Si rifiuta di provvedere lei stessa a rendere il cibo in forma cremosa. Quindi si tratterebbe di dedicare qualche minuto a mia figlia, condito con un sorriso. Lei vi sarà eternamente grata. Naturalmente la madre farà il ‘corso di schiacciamento di banane o altra frutta’.
Tutti sappiamo che quando si è a dieta si mette la frutta nella merenda, ma mia figlia è disfagica e non può mangiarla a morsi. Ci hanno proposto di schiacciare la banana a casa e di portarla già pronta, ma tutti sanno che dopo ore si guasterebbe.
I genitori di un ragazzo con disabilità grave devono lavorare più degli altri per poter garantire una vita dignitosa e in salute, dati i costi che devono sostenere. Oltretutto mia figlia non può prendere il limone che si usa per conservare la frutta. Oltre a una disabilità gravissima, che comporta osteoporosi, stipsi cronica, insonnia notturna, spettro autistico, ha anche familiarità con il diabete, e seguire un’alimentazione sana e bilanciata è proprio la base per la sua salute. Quindi ribadisco che abbiamo bisogno di aiuto.
Oltretutto, cambiare le sue routine porta anche a problematiche comportamentali. La scuola vuole per merenda preparati industriali che non sono sani. Quindi ribadisco il mio invito: c’è una persona che può dedicare qualche minuto del suo tempo ad aiutare una ragazza con grave disabilità e i suoi genitori? Finora ho provveduto io, ma attualmente sono in malattia e, ovviamente, non posso uscire di casa”.
Redazione Nurse Times
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