Nel 2018 sottoposero una paziente di origini filippine a una trasfusione di sangue, ritenendo che fosse l’unico modo per salvarle la vita. La donna, però, essendo testimone di Geova, all’atto del ricovero in gravi condizioni avava consegnato un documento scritto con cui, in base alla legge sul biotestamento del 2017, rifiutava di sottoporsi a quel trattamento. E in seguito, nonostante fosse guarita, denunciò per lesioni private due medici dell’ospedale Cardarelli di Napoli.
Ora il gup del tribunale di Napoli, Armonia De Rosa, accogliendo la richiesta della difesa, ha assolto i due sanitari perché il fatto non sussiste. Anche il pm Ciro Capasso aveva presentato richiesta di assoluzione. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni. Gli avvocati della paziente le attendono per valutare l’eventuale richiesta di appello.
Secondo quanto emerso durante le udienze, i medici, di fronte al peggioramento drastico delle condizioni della donna, affetta da una grave patologia ginecologica, le avevano rinnovato l’invito a effettuare la trasfusione, ricevendo un diniego verbale, ma non rinnovato per iscritto. In assenza di un rifiuto formale e ritenendo assolutamente necessaria la trasfusione, i sanitari scelsero di seguire questa strada. Ora, a distanza di sette anni, sono stati assolti con formula piena.
Redazione Nurse Times
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