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Dopo la prima bozza (art. 68) la versione definitiva (art. 69) separa le linee di finanziamento per infermieri, medici e altre professioni sanitarie, ma permangono dubbi sul dettaglio delle risorse e sulle indennità
Il dibattito sulle risorse destinate al personale sanitario nella Legge di Bilancio 2026 entra oggi nelle pagine delle notizie e dell’attualità politica e sanitaria.
Il sindacato Nursing Up intende stigmatizzare l’evoluzione delle norme contenute nella bozza della Legge di Bilancio 2026, anche a seguito delle proprie vibrate proteste degli ultimi tempi.
L’articolo 68, nella sua prima formulazione, facendo riferimento al “Fondo per la contrattazione del personale sanitario”, evidenziava che la presenza degli aumenti era destinata in toto a tutti i professionisti sanitari, quindi sia medici che infermieri.
Successivamente, con la versione definitiva dell’articolo 69, il testo si è evoluto in modo più chiaro, distinguendo più capitoli di risorse dedicati rispettivamente ai professionisti dell’area non medica e a quelli medico-veterinari.
“La nostra posizione iniziale di disappunto, spiega il Nursing Up era legata proprio alla formulazione originaria dell’articolo 68, che non specificava con sufficiente chiarezza che il passaggio da 285 a 480 milioni di euro riguardava esclusivamente gli infermieri, mentre ai medici e veterinari spettano risorse proprie, pari a 85 milioni di euro in più, con un passaggio ben chiaro da 327 a 412 milioni, oltre ovviamente alle risorse destinate alle altre professioni sanitarie.
“Oggi possiamo invece parlare di più linee di aumento ben distinte, ma tutte inserite nella cornice della contrattazione del personale sanitario. – spiega il sindacato – Gli infermieri, ora è evidente, beneficerebbero di un incremento finalizzato e distinto, mentre i medici e i veterinari disporrebbero a loro volta di un adeguamento dedicato, in un quadro complessivo di revisione delle indennità di specificità.”
“Diamo atto dello sforzo ulteriore del Governo – conclude il Nursing Up – con la maggiore chiarezza introdotta con l’articolo 69.
Tuttavia, non possiamo ancora dirci pienamente soddisfatti: restano margini di miglioramento e di definizione delle risorse, e vigileremo con attenzione sull’evoluzione del testo e sulle eventuali modifiche che potranno emergere nel corso dell’iter parlamentare. Non possiamo inoltre dimenticare che restano irrisolte questioni cruciali come l’estensione della libera professione, al pari dei medici, ai professionisti dell’area non medica, così come contestiamo fortemente che si parli di indennità di esclusività solo per l’area dei dirigenti”.
Redazione NurseTimes
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