“Gli infermieri sono al centro della Manovra: ne verranno assunti 20mila in più rispetto al turnover naturale“. Non 6.300, quindi, come annunciato dalla premier Giorgia Meloni in conferenza stampa a Palazzo Chigi, con l’approvazione della Finanziaria. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, a margine della cerimonia di consegna dell’onorificenza infermieristica internazionale Florence Nightingale Medal, risponde alle polemiche sull’impatto della Manovra, chiamando direttamente in causa le Regioni per le loro responsabilità dirette nella gestione del personale, e quindi sulla possibilità di assumere.
Fatte salve le disposizione della Manovra, toccherà alle “Regioni fare il loro e assumere infermieri e medici, con quelle che sono le loro capacità finanziarie”, ha dichiarato Schillaci. E ha aggiunto: “Con il crescere del Fondo sanitario aumenteranno anche per le Regioni la possibilità e la capacità di assumere nuovo personale”.
Le parole più forti erano arrivate da Vincenzo De Luca, governatore della Regione Campania, intervenuto a Pomigliano d’Arco (Napoli) alla posa della prima pietra nel cantiere dell’ospedale di comunità: “Ho letto la bozza di Manovra: per la sanità, dal Governo propongono di assumere 6mila infermieri e mille medici in tutta Italia. Ma sono dei cialtroni, è una cosa insopportabile: solo in Campania avremmo bisogno di 18mila infermieri in più, e siamo sotto perlomeno di 6mila medici rispetto alla media nazionale”.
Così, invece, Orfeo Mazzella, senatore del Movimento 5 Stelle e vicepresidente della Commissione Affari sociali di Palazzo Madama: “A seguito della presentazione della Manovra 2026 il Governo proclama ancora una volta una promessa ambiziosa quanto irrealizzabile: migliaia di assunzioni nel sistema sanitario pubblico, con stipendi ritoccati verso l’alto. È lecito applaudire ogni segnale di attenzione alla sanità, ma bisogna andarne fino in fondo per non cadere in un ennesimo bluff che parla al vento dell’impegno e guarda al buio della realtà”.
L’articolo 69 della Manovra dispone che, al fine di garantire la riduzione delle liste di attesa e per far fronte alla carenza di personale sanitario, nell’ambito della quota di accesso al fabbisogno sanitario indistinto corrente, rilevata per ciascuna Regione per l’anno 2026, l’assunzione da parte delle aziende e degli enti dei rispettivi servizi sanitari regionali, di personale sanitario a tempo indeterminato “in deroga ai vincoli previsti dalla legislazione vigente in materia, nel limite di spesa complessivo di euro 450.000.000 annui a decorrere dall’anno 2026”.
“Non è tanto un problema di risorse finanziarie, quanto di disponibilità di personale” sostiene l’assessore alla Sanità della Sardegna, Armando Bartolazzi, secondo il quale “sarebbe utile aprire bandi extra nazionali” ed “è fondamentale riconoscere economicamente il maggiore carico fisico ed emotivo di chi lavora in prima linea”.
Redazione Nurse Times
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