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Legge di Bilancio 2026, è caccia alle risorse per la sanità: servono almeno 2 miliardi. Priorità ad assunzioni, incentivi e libera professione per gli infermieri

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Closeup of a calculator and a stethoscope healthcare and expenses concept
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Per mettere in atto tutte le misure l’imminente Legge di Bilancio a cui stanno lavorando i tecnici del ministero della Salute servirebbero almeno 3 miliardi, ma già arrivare a 2 miliardi – l’asticella indicata questa estate dal ministro Orazio Schillaci al collega del Mef, Giancarlo Giorgetti – sarebbe un “buon risultato”.

Insomma la caccia alle risorse è partita, ma l’esito ancora non si conosce. Di sicuro c’è solo che che la gran parte dei fondi da destinare alla sanità saranno dedicate al personale sanitario, sia per attrarre nuovi medici e infermieri sia per evitare che fugga dagli ospedali pubblici chi già ci lavora.

La priorità – a cui saranno destinati 1-1,5 miliardi, se si ci saranno almeno 2 miliardi di dote – va data innanzitutto alle assunzioni. E poi gli incentivi, compresi quelli fiscali, per rendere più pesante la busta paga dei sanitari.

Sul primo fronte si stanno studiando due strade: la prima, quella ideale, prevede finalmente il superamento del tetto di spesa sulle assunzioni, con la messa a regime del meccanismo del fabbisogno del personale, calcolato con un algoritmo a cui aveva lavorato a lungo l’Agenas e finora rimasto nei cassetti. In alternativa si ritoccherebbe ancora il tetto di spesa (l’ipotesi è di un 5%).

Sul fronte degli incentivi ci sono un ventaglio di possibili interventi: per i medici si proverà di nuovo a riproporre, dopo il tentativo andato a vuoto dell’anno scorso, la defiscalizzazione dell’indennità di specificità (che vale circa 800 euro) al 15% o, in alternativa, un suo possibile aumento.

Per gli infermieri, che rappresentano l’emergenza numero uno (ne mancano almeno 70mila), si punta ad aumentare l’indennità di specificità, almeno raddoppiandola (oggi vale circa 80 euro). Ma tra gli obiettivi c’è anche quello di rendere finalmente semplice e accessibile la libera professione anche per gli infermieri del Ssn, come nel caso dell’intramoenia dei medici.

Si studiano anche benefit di welfare per rendere più attrattiva una professione da cui i giovani fuggono (all’ultimo test di ammissione c’erano più posti che candidati), con l’obiettivo di far sì che un infermiere con una laurea 3+2 – presto partiranno tre nuove lauree magistrali – si avvicini a guadagnare quasi come un giovane medico. In futuro, dopo la manovra, l’obiettivo, non facile, è far uscire la contrattazione del personale sanitario da quella relativa al resto del pubblico impiego, proprio per darle strumenti più flessibili.

Oltre al personale sanitario, il ministro Schillaci punta a mettere sul piatto altri 500 milioni per i Drg (dopo il miliardo dell’anno scorso), cioè le tariffe di rimborso dei ricoveri, che non sono più aggiornati ai costi attuali. In pista anche 80-100 milioni per finanziare l’ultimo Piano nazionale sulla salute mentale, mentre si punta a trovare 300 milioni per il nuovo Piano sanitario nazionale, che manca da oltre 16 anni.

I tecnici vorrebbero trovare inoltre più risorse possibili per rifinanziare le tariffe dei rimborsi della specialistica ambulatoriale (visite ed esami), che hanno visto una levata di scudi di laboratori e strutture private. Servono poi le risorse infrastrutturali (ex articolo 20) per finanziare i lavori negli ospedali e per consentire di approntare le 3.100 nuove apparecchiature (tac, risonanze, ecc.) finanziate dal Pnrr.

Intanto la Fondazione Gimbe ha sottolineato che con la spesa sanitaria pubblica, ferma al 6,3% sul Pil nel 2024, l’Italia si colloca al 14esimo posto tra i 27 Paesi europei dell’area Ocse e in ultima posizione tra quelli del G7. Un quadro critico, a fronte del quale i medici ospedalieri di Anaao Assomed chiedono “misure immediate”, mentre il Pd annuncia una “opposizione dura” in vista della Legge di Bilancio 2026.

Redazione Nurse Times

Fonte: Il Sole 24 Ore

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