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Diritto al buono pasto di notte: ricorso Nursing Up contro Asl Toscana Sud Est

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Infermieri e buoni pasto, Nursing Up: "Nel 2022 siamo ancora costretti a ingaggiare battaglie legali per un diritto sacrosanto"
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Gli infermieri iscritti al sindacato Nursing Up dell’Asl Toscana Sud Est hanno presentato un ricorso al Tribunale di Grosseto per chiedere che l’Azienda sanitaria riconosca il diritto dei dipendenti al buono pasto nei turni di notte. A depositarlo, l’avvocato Domenico Casoria, dello studio legale Avvocati Casoria & Partners, con sedi a Pomigliano d’Arco e Acerra (Napoli)

“Nursing Up – spiegano dal sindacato – si è affidato all’avvocato Casoria per ottenere il riconoscimento del diritto al buono pasto per i turni che superano le sei ore e non sono coperti dal servizio mensa. L’Azienda Usl Toscana Sud Est non garantisce né ristori né buoni pasto per il personale che effettua turni di notte, poiché il servizio mensa è attivo solo nelle fasce diurne. L’azione legale, alla sezione Lavoro del Tribunale di Grosseto, si inserisce nel solco di una recente giurisprudenza favorevole ai lavoratori turnisti, che in vari tribunali italiani ha già visto riconosciuta la fondatezza di analoghe pretese, ribadendo che il diritto al pasto o al suo equivalente sostitutivo non può essere sacrificato in base alla fascia oraria del servizio”.

Sempre Nursing Up: “A distinguere questo ricorso dagli altri è l’impostazione ambiziosa: oltre al ristoro economico per i turni di notte degli ultimi cinque anni, si chiede che venga riconosciuto il principio con efficacia ultra partes, così da produrre effetti anche nei confronti di altri lavoratori in condizioni analoghe, e che venga garantita per il futuro la corresponsione sistematica del buono pasto o equivalente nei turni non coperti da mensa”.

Così l’avvocato Casoria: “La natura assistenziale e non retributiva del diritto alla mensa impone che la sua fruizione sia assicurata in condizioni di parità oggettiva tra i diversi turni di servizio, in quanto collegata al benessere psicofisico del lavoratore. Escludere sistematicamente il turno di notte equivale ad ammettere una discriminazione priva di ragionevolezza, in violazione dei principi generali di buona fede, correttezza e parità di trattamento. La giurisprudenza recente ha già tracciato un solco importante, ma ora occorre un riconoscimento stabile e generalizzato di questo diritto. Il procedimento è ora affidato alla magistratura grossetana, ma si annuncia come un caso pilota, destinato a incidere sulle future prassi gestionali delle aziende sanitarie di tutta Italia”.

Redazione Nurse Times

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