Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa della Federazione Migep.
Con la recente decisione del Governo di rinviare a settembre il disegno di legge sulle professioni sanitarie si apre un ulteriore scenario di incertezza che non può e non deve essere sottovalutato, perché questo rinvio, pur giustificato da esigenze tecniche o di calendarizzazione, rischia di diventare l’ennesima occasione mancata per affrontare in modo serio e strutturale le criticità che affliggono il comparto sociosanitario, in particolare la figura dell’operatore socio-sanitario (oss).
Da tempo, come Federazione delle professioni sanitarie e sociosanitarie, chiediamo con forza che venga riconosciuto il ruolo essenziale di una categoria che rappresenta la spina dorsale del sistema di assistenza italiano. Le nostre richieste sono state formulate in modo chiaro, documentato e ripetutamente condivise attraverso audizioni e contributi ufficiali.
Il punto centrale della questione risiede nella definizione e collocazione normativa della figura dell’oss e di altre professioni spesso dimenticate. Un nodo critico, che non può più essere ignorato dalla politica perché serve una visione coraggiosa e inclusiva che tracci un percorso chiaro per l’inserimento e il riconoscimento di tutte le professioni che quotidianamente operano sul campo.
Prendiamo atto del lavoro svolto dalla Commissione parlamentare che ha prodotto un documento condiviso da tutte le forze politiche. Tuttavia non possiamo esimerci dal sottolineare che questo documento, così com’è, non fornisce una risposta adeguata alle esigenze di oltre 350mila oss, figure strategiche, ma costantemente marginalizzate, mentre l’attenzione si concentra principalmente sulla riforma della formazione in medicina generale.
Ci saremmo aspettati che le nostre osservazioni si traducessero in misure concrete e tempestive, ma il ddl, allo stato attuale, non contempla il riconoscimento delle competenze specifiche dell’oss e dell’assistente infermiere, né propone un modello efficace di integrazione per le professioni escluse dall’ordinamento assistenziale. Questa mancanza di visione non è un semplice errore, bensì una grave disattenzione politica e istituzionale, che mina le basi stesse del sistema sanitario.
La bozza del ddl, così com’è oggi formulata, risulta parziale e insufficiente per affrontare la reale emergenza rappresentata dalla carenza di personale, mentre gli operatori socio-sanitari continuano a lavorare in condizioni precarie, spesso senza il giusto riconoscimento professionale ed economico. Ribadiamo con forza che il tema non può essere derubricato o posticipato e occorre inserire gli oss in un disegno organico di rilancio e sviluppo che parta da una formazione mirata, moderna e coerente con le nuove esigenze tecnico-operative
Alla luce di tutto ciò riteniamo indispensabile rivedere e integrare il testo del Ddl, affinché sia realmente rappresentativo di tutte le professioni sanitarie e socio-sanitarie. Compresa quella dell’oss, che deve essere riconosciuta come categoria speciale. Bisogna prevedere uno status giuridico adeguato per gli oss e per le professioni dimenticate quale leva fondamentale per la valorizzazione e la qualificazione professionale. Bisogna rafforzare la formazione come strumento cardine per l’evoluzione delle competenze per rispondere con efficacia ai cambiamenti in atto.
È tempo di passare dalle parole ai fatti. La politica non può continuare a ignorare chi, con dedizione e competenza, garantisce ogni giorno il funzionamento del nostro sistema sanitario. Il rinvio non può diventare un alibi. Serve una legge equa, completa, inclusiva e soprattutto lungimirante, che promuova una riforma strutturale del settore. Occorre una riforma strutturale del settore, attraverso il registro nazionale e attraverso gli Stati Generali dell’Oss.
Redazione Nurse Times
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