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Responsabilità del medico di medicina generale, non basta prescrivere il ricovero: va monitorata l’evoluzione del quadro clinico

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Il medico di medicina generale non può limitarsi a prescrivere il ricovero, ma deve monitorare l’evoluzione del quadro clinico del paziente per non incorrere in responsabilità penale. È quanto risulta da una recente sentenza della Corte di Cassazione penale con la sentenza n. 25145 del 9 luglio 2025.

In particolare, nel delicato ambito della responsabilità medica, la figura del medico di medicina generale riveste un ruolo centrale in caso di eventi tragici, come il decesso del paziente per presunta negligenza. La legge riconosce infatti al medico di base una posizione di garanzia nei confronti della persona assistita, in virtù del rapporto di cura instaurato e della presa in carico complessiva del paziente.

Si tratta di un dovere giuridico che impone al medico di fare tutto il possibile per evitare eventi dannosi alla salute e alla vita del proprio assistito. Questo obbligo non viene meno solo perché ci sono altri professionisti coinvolti. Il medico curante, infatti, resta responsabile fino alla fine del rapporto terapeutico, e deve attivarsi in modo adeguato e tempestivo in presenza di situazioni di rischio.

Un esempio concreto riguarda i casi in cui uno specialista segnala al medico curante il peggioramento delle condizioni di salute di un paziente e la necessità di un ricovero ospedaliero. In queste situazioni, limitarsi a prescrivere il ricovero non è sufficiente: il medico ha il dovere di monitorare l’evoluzione del quadro clinico, di informare in modo chiaro il paziente sui rischi e le possibili complicanze e di intervenire attivamente per garantire che il ricovero avvenga nei tempi richiesti dalla gravità della situazione.

Anche l’ambiente in cui vive il paziente ha il suo peso: se il medico è consapevole delle precarie condizioni igieniche o abitative, la necessità di attivarsi diventa ancora più stringente. In questi casi la sottovalutazione dei segnali clinici può configurare una responsabilità diretta, soprattutto se un intervento tempestivo – come un ricovero anticipato – avrebbe potuto salvare la vita del paziente.

Infine, nella valutazione della responsabilità del medico non si può prendere come parametro la decisione di altri sanitari di non disporre il ricovero immediato: ciò che conta è il comportamento effettivamente tenuto dal medico di base, in relazione al suo ruolo di garante e alla conoscenza delle condizioni critiche del paziente.

Redazione Nurse Times

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