“Sulle liste d’attesa ora abbiamo uno strumento efficace per intervenire, abbiamo i dati. Da settembre potremo agire con i poteri sostitutivi, quando sarà necessario, per affrontare le criticità. Non vogliamo fare delle pagelle sulle Regioni, ma aiutarle a risolvere i problemi”. Così il ministro della Salute, Orazio Schillaci, commenta per Il Messaggero l’introduzione della Piattaforma nazionale delle liste di attesa (PNLA), istituita con l’articolo 1 della Legge n. 107 del 29 luglio 2024.
“Finalmente – aggiunge Schillaci – abbiamo una piattaforma trasparente con i dati sulle attese forniti dalle Regioni. Rispecchiano puntualmente la situazione Asl per Asl, prestazione per prestazione. Partendo dai dati oggettivi, si può agire. Ci sono ancora casi di grande difficoltà, con ritardi inaccettabili nell’erogazione di alcune prestazioni essenziali. Ma con i dati alla mano, che fino ad oggi non c’erano, possiamo migliorare e credo che quindi siamo sulla strada giusta”.
Sempre Schillaci: “Il quadro è a macchia di leopardo, ma in alcune Regioni si notano già miglioramenti per l’introduzione della legge. In caso di difficoltà non esiteremo a fare scattare il meccanismo in maniera non punitiva nei confronti di questa o quella Regione, ma in forma oggettiva e proattiva. Puntiamo a risolvere il problema. E c’è piena collaborazione con le Regioni, nell’interesse dei cittadini”.
Per tagliare le liste di attesa serve anche risolvere il problema della carenza di medici. “Sul fronte medico dobbiamo rendere più attrattiva la professione – dice Schillaci -. Dobbiamo puntare sul capitale umano. Vanno salvaguardati, vanno pagati meglio, bisogna ridurre il carico burocratico. Bisogna dare ai giovani che scelgono di fare i medici, per esempio, una maggiore flessibilità e una maggiore possibilità di fare carriera. E bisogna rendere più attrattive alcune specializzazioni che oggi non lo sono”.
E sulla carenza di infermieri: “Mancano in tutta Europa e in altre nazioni, come gli Stati Uniti o il Giappone. Non si può non guardare all’estero, ai Paesi dove c’è disponibilità, per reclutare infermieri”.
Redazione Nurse Times
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