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Falsi vaccini anti-Covid per ottenere il Green Pass: chiesto il rinvio a giudizio per un medico e altri 74 indagati

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Un medico e diversi altri professionisti sanitari rischiano di finire a processo con le accuse di corruzione e falso ideologico in atto pubblico. Per loro è infatti arrivata la richiesta di rinvio a giudizio davanti al Tribunale di Rimini, con udienza fissata per il prossimo 16 settembre. In tre avrebbero ottenuto falsi vaccini anti-Covid per poter continuare a esercitare. Altri 74 indagati avrebbero ottenuto una falsa certificazione per il Green Pass e anche loro rischiano il processo. Lo riferisce RiminiToday.

I fatti risalgono all’ottobre 2021, nel pieno della polemica sui vaccini anti-Covid, allora necessarie per ottenere il Green Pass. I carabinieri del Nas di Bologna, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Rimini, avevano ricevuto una segnalazione dell’Ausl Rimini da cui emergevano anomalie sul conto di un medico di famiglia vaccinatore. Dopo un’inchiesta durata sei mesi, nell’aprile del 2022 erano scattate le misure cautelari, che avevano portato l’arresto del medico, sottoposto ai domiciliari, oltre a due obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria e sette interdittive del divieto di esercizio della professione sanitaria.

A finire in manette era stato il dottor Roberto Bonato, 59enne dentista di Cattolica, iscritto all’Ordine dei medici di Bologna, indagato per una partita di 224 dosi di vaccini che avrebbe somministrato ai pazienti. Di queste, 107 erano risultate essere state fatte a pazienti non residenti a Cattolica e San Giovanni, dove il sanitario aveva i propri studi, ma a persone arrivate anche da fuori regione. Tra i vaccinati, inoltre, spiccavano i nomi di sanitari no vax che all’epoca erano stati sospesi dall’Ausl proprio perchè si erano rifiutati di aderire alla campagna vaccinale.

Bonato, avvalendosi di due procacciatori, avrebbe messo in piedi una fiorente compravendita di false certificazioni vaccinali. In pratica, certificava l’avvenuta somministrazione nel proprio ambulatorio per poi accedere al sistema informatico dell’Ausl e inserire i dati dei finti vaccinati nella piattaforma informativa vaccinale regionale. In tal modo faceva emettere il Green Pass rafforzato. La sua tariffa sarebbe stata di 250 euro a certificato per gli sconosciuti, mentre chi gli veniva presentato dagli amici otteneva uno sconto consistente, limitandosi a pagare 100 euro.

Tra le persone che all’epoca dei fatti ricevettero le misure interdittive del divieto di esercizio della professione figuravano anche due farmacisti di Rimini, un ortottista, una ginecologa, una psicologa e un fisioterapista e un altro fisioterapista di Napoli. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia il dottor Bonato avrebbe collaborato su determinati aspetti della vicenda giudiziaria. Avevano invece scelto di fare scena muta altri sei professionisti indagati, che sencondo l’accusa si sarebbero avvalsi di Bonato per effettuare una finta vaccinazione Covid e poter continuare a esercitare.

Redazione Nurse Times

Fonte: RiminiToday

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