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Donazione organi, Feltrin (Cnt): “Ancora troppi no. Convinciamo i perplessi”

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Nel primo trimestre 2025, su circa 950mila dichiarazioni di volontà alla donazione di organi e tessuti registrate al momento del rinnovo della carta d’identità elettronica, 570mila persone hanno dato il proprio consenso al prelievo degli organi dopo la morte (60,3%) mentre in 380mila hanno scelto di opporsi (39,7%). I cittadini che si sono astenuti, invece, sono stati 680mila, il 41,6% di quanti hanno rinnovato il documento nei primi 90 giorni dell’anno. Il dato emerge dal report periodico del Centro nazionale trapianti (Cnt) diffuso in vista della Giornata nazionale della donazione, che si celebra venerdì 11 aprile.

Complessivamente, al momento nel Sistema informativo trapianti sono depositati 22,3 milioni di dichiarazioni: 15,5 milioni di consensi e 6,8 milioni di opposizioni. Dal 1° gennaio al 31 marzo di quest’anno i no alla donazione sono saliti del +3,4% rispetto al 2024, mentre le astensioni sono diminuite dello 0,6%.

“Negli ospedali del nostro Paese, grazie alla generosità dei tanti donatori, non sono mai stati realizzati tanti trapianti e prelievi di organi come nell’ultimo anno, mentre nei Comuni non accennano a diminuire i concittadini che scelgono di dire no alla donazione”, dichiara il direttore del Centro nazionale trapianti, Giuseppe Feltrin (foto).

“Da un lato – prosegue – la nostra rete trapiantologica migliora dal punto di vista clinico-scientifico e sotto il profilo organizzativo, ed è in grado di individuare un numero crescente di donatori potenziali, anche grazie alla donazione a cuore fermo. D’altro canto, soprattutto in alcune fasce d’età, tante persone faticano a dichiarare la propria volontà di donare mentre rinnovano il documento e finiscono per registrare un no che, pur revocabile, potrebbe in futuro rischiare di condizionare in negativo la nostra capacità di trovare organi compatibili per i tantissimi pazienti in attesa di trapianto. Un dato sul quale dobbiamo lavorare è quello dei perplessi, persone alle quali probabilmente non è arrivato correttamente il messaggio sul valore del dono. E sarà questo uno dei nostri impegni”.

I più propensi davanti all’ipotesi di donare gli organi dopo la morte sono i 40-50enni, tra i quali si registra quest’anno il 68,6% di consensi e il 31,4% di opposizioni. I più dubbiosi sono soprattutto gli over 60 (48,4% di “no”, erano il 45,5% nel 2024), ma anche i 18-30enni, tra i quali le opposizioni sono passate dal 33,6% del 2024 al 37,9% del primo trimestre 2025.

“C’è un’Italia generosa che sceglie di dire sì alla donazione senza timore”, continua Feltrin. Come gli abitanti di Verceia, piccolo borgo della Valchiavenna, in provincia di Sondrio, che nel 2024 è risultato essere il Comune più generoso d’Italia in tema di donazione. Su 158 cittadini che hanno rinnovato la CIE si sono espressi in 139 (19 astenuti): 138 sì e un solo no.

Sul podio della generosità dopo Verceia quest’anno ci sono Cinte Tesino (Trento) e Longano (Isernia), mentre dopo tre anni in testa alla classifica si attesta al quarto posto Geraci Siculo (Palermo), dove su 205 carte d’identità emesse sono stati raccolti 152 sì, nessun no, ma con le astensioni al 26%. Tra le città con oltre 100mila abitanti, invece, Trento conferma ancora una volta il primato (73,6% sì, 22,4% no, astenuti 32,4%), davanti a Sassari e Verona. Guardando a Regioni e Province autonome, è sempre Trento a guidare la classifica, davanti alla Valle d’Aosta e alla Sardegna.

“I dati che arrivano dai Comuni più virtuosi dimostrano che fare meglio è possibile – conclude il direttore del Cnt –. Grazie al supporto del ministero della Salute stiamo per avviare un’indagine demoscopica su larga scala per capire le ragioni di questi dati e trovare nuove strategie per guadagnare la fiducia di un numero maggiore di cittadini. Nel frattempo, in occasione della Giornata nazionale di venerdì prossimo, il Cnt ha lanciato una campagna social intitolata ’Ha detto sì’, per ricordare a tutti che scegliere di donare gli organi è facile, non costa nulla e soprattutto è l’unico modo per salvare la vita a chi aspetta un trapianto”.

Redazione Nurse Times

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