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Asl BT e Opi BAT: al via la formazione per infermieri di famiglia e comunità

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Asl BT (Barletta-Andria-Trani) e Opi BAT hanno presentato il percorso di formazione sull’infermiere di famiglia e di comunità, un professionista chiave per rafforzare l’assistenza territoriale e promuovere il benessere dei cittadini, che sarà inserito nella organizzazione delle case di comunità.

Questa iniziativa formativa si inserisce nell’ambito delle recenti linee guida regionali e nazionali per potenziare la sanità di prossimità, garantendo cure più accessibili e personalizzate, e a seguito del protocollo d’intesa tra Asl BT e Opi BAT relativo al piano formativo, licenziato dalla Regione Puglia su proposta degli Opi pugliesi e perfezionato dal Dipartimento della Salute.

La formazione, di tipo blended, articolata in moduli e accreditata Ecm, si rivolge in totale a 126 professionisti sanitari infermieri dipendenti dell’Asl BT per una durata del corso di complessive 220 ore. Previste classi di 42 infermieri, per tre edizioni. Il corso di formazione, avviato venerdì 28 febbraio, è articolato in 100 ore di formazione frontale, 100 ore di formazione sul campo che sarà svolta nei distretti socio-sanitari e 20 ore per la redazione del project work.

L’infermiere di famiglia o di comunità rappresenta un punto di riferimento per i cittadini, lavorando in sinergia con medici di base, specialisti e altri operatori sanitari multidisciplinari all’interno di una comunità ben definita. Il suo ruolo è quello di prendersi cura della salute delle persone nel loro contesto quotidiano, con particolare attenzione a famiglie, anziani, malati cronici e comunità vulnerabili. Tra le sue principali attività rientrano, ad esempio, l’accesso ai servizi o la telemedicina e, più in generale, la prevenzione, l’educazione sanitaria, il monitoraggio delle condizioni di salute e il supporto nella gestione delle terapie.

“Con l’infermiere di famiglia e di comunità – spiega Tiziana Dimatteo, direttrice dell’Asl BT – vogliamo portare nel nostro territorio una sanità più vicina alle persone, valorizzando la comunità come primo luogo di cura. Questa figura professionale, inoltre, non solo alleggerirà il carico sugli ospedali, ma contribuirà a migliorare la qualità della vita dei nostri cittadini, in quanto sarà presente sul territorio per ascoltare i bisogni della popolazione, coordinare interventi sanitari e sociali e favorire una rete di sostegno tra istituzioni e famiglie. Si tratta di un passo avanti verso un modello di assistenza più integrato e umano, che mette al centro la persona e la comunità”.

“Con questo corso il nostro obiettivo – spiega Giuseppe Papagni, presidente di Opi BAT – è fornire agli infermieri una formazione mirata e approfondita, rafforzando le competenze organizzative e gestionali necessarie per operare in un contesto di cura integrato tra ospedale e territorio. Ringrazio la direzione dell’Asl BT per l’impegno e la fiducia riposta nella figura dell’infermiere di famiglia e di comunità, elemento chiave per il rinnovamento del sistema sanitario”.

Sempre Papagni: “Investire in nuove competenze infermieristiche è essenziale per rispondere alle esigenze complesse della popolazione. Questo percorso formativo mira a dotare gli infermieri di strumenti tecnici e pratici, promuovendo un approccio multidisciplinare che integri medicina generale, servizi sociali e altre professionalità. Così si possono intercettare bisogni latenti, favorire l’autocura e garantire una continuità assistenziale nel quotidiano. Il ruolo dell’infermiere di famiglia è strategico: operando direttamente sul territorio, assiste, educa e supporta nella gestione delle malattie croniche, migliorando la qualità della vita delle persone, in particolare di quelle più fragili”.

Così Micaela Abbinante, dirigente responsabile dell’Asl BT: “Ci aspettiamo molto da questo percorso di formazione. Abbiamo selezionato i discenti, attraverso una manifestazione di interesse, proprio perché l’obiettivo è quello di mettere delle basi solide per la corretta definizione del ruolo che avrà l’infermiere di famiglia e di comunità. Abbiamo lavorato con l’Opi BAT, scegliendo anche docenti con comprovata esperienza nella singole parti di formazione. Il corso è accreditato e, per la parte relativa alla formazione sul campo, ci siamo affidati ai coordinatori dei distretti sociosanitari, che avranno il compito di rappresentare tutta la complessità dell’assistenza territoriale per sviluppare percorsi di cura sempre più efficaci, nel solco di quanto previsto dalla normativa”.

Il responsabile scientifico è Giuseppe Papagni, che insieme a Micaela Abbinante (dirigente responsabile UOSVD Informazione, Comunicazione, Polo Universitario e Formazione) cura anche la direzione del corso.

I temi del corso sono quelli previsti dalle linee guida regionali e sono affidati a professionisti del settore: il ruolo dell’infermiere e l’organizzazione sanitaria secondo il DM77; azioni di sanità pubblica: prevenzione primaria, secondaria, terziaria e quaternaria; i determinanti della salute e delle politiche per la salute pubblica ed epidemiologia delle malattie croniche; Piano nazionale per le cronicità 2020-2025; promozione, educazione alla salute e relazione d’aiuto; investire precocemente in salute: azioni e strategie nei primi mille giorni di vita; la fragilità dell’anziano; psicodinamica della vita familiare e delle relazioni sociali; modelli organizzativi nell’infermieristica di famiglia e di comunità; il case managment infermieristico; assesment infermieristico; la visita infermieristica domiciliare; coinvolgimento della persona assistita; l’autocura nel quadro della gestione della cronicità.

Redazione Nurse Times

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