Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa congiunto di Cnai e Nursing Up.
Con profondo senso di responsabilità, Cnai e Nursing Up esprimono preoccupazione circa il processo di revisione del Codice deontologico degli infermieri per l’anno 2025, di cui è prevista la presentazione, molto rapida, nell’imminente Congresso nazionale, previsto per il mese di marzo.
Tale processo di revisione sembra svolgersi in maniera riservata e circoscritta esclusivamente agli Ordini provinciali. Tuttavia solo alcuni di questi hanno reso noto e avviato tentativi di coinvolgere gli iscritti. Per converso, si ritiene che il Codice deontologico, quale riferimento primario per la condotta e l’esercizio professionale del personale infermieristico, debba nascere da un ampio confronto e da una partecipazione attiva della categoria.
A tal riguardo ci preme sottolineare come altri ordini professionali, quali quello dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione, abbiano adottato un approccio più inclusivo e partecipativo nell’elaborazione dei propri Codici deontologici, presentati negli scorsi giorni.
Questi hanno infatti promosso una consultazione pubblica, raccogliendo i contributi e le osservazioni di tutti i portatori di interesse, tra cui professionisti sanitari, associazioni tecnico-scientifiche, associazioni di cittadini, utenti e chiunque altro fosse interessato a fornire il proprio apporto.
Analogamente, il Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi, dopo l’approvazione in sede istituzionale, sottopone il nuovo testo al “referendum” dell’intera comunità degli psicologi, in un atto di trasparenza e condivisione democratica.
Alla luce di tali esempi virtuosi ci preme sottolineare come l’approccio “chiuso” di questa revisione del Codice deontologico delle professioni infermieristiche rischi di minare gravemente la legittimità e l’effettiva applicazione del Codice all’interno della categoria.
Ciò è particolarmente rilevante considerando il basso numero di infermieri votanti alle recenti elezioni degli Opi, con percentuali inferiori all’1% in alcune province, e generalmente inferiori al 7% a livello nazionale, evidenziando una grave demotivazione degli infermieri verso gli enti sussidiari dello Stato.
Riteniamo, infatti, che proprio per garantire la massima credibilità e autorevolezza di un simile documento, che ha impatto e ricadute complessive sull’esercizio professionale, non possano essere acquisite unicamente attraverso l’azione di pochi, ma debbano essere il frutto di un lungo e meditato percorso di consultazione, condivisione e partecipazione attiva della comunità professionale, come avvenuto in parte già in occasione dell’approvazione del Codice deontologico del 2019.
Pertanto, per Walter De Caro (Cnai) e Antonio De Palma (Nursing Up) “è urgente avviare un processo di consultazione pubblica, coinvolgendo le organizzazioni scientifiche e professionali, nonché l’intera comunità infermieristica, al fine di garantire una costruzione condivisa del nuovo Codice deontologico”.
Inoltre appare imprescindibile l’indizione di un referendum tra tutto il personale infermieristico iscritto agli ordini professionali, al fine di permettere una partecipazione diretta e democratica nella definizione e nell’approvazione finale del documento.
“Siamo certi che un simile approccio, incentrato sulla trasparenza e sull’ascolto delle istanze di tutti gli infermieri, rappresenterebbe un segnale tangibile della volontà di tutelare l’autorevolezza e l’effettiva applicazione del Codice deontologico infermieristico”, concludono De Caro e De Palma.
Redazione Nurse Times
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