“Riorganizzazione dell’attività lavorativa, riconoscimento economico e migliore qualità della vita. Sono queste le aspettative che i lavoratori del comparto sanità vorrebbero vedere realizzate nel 2025. Ma le speranze, ammettono, sono poche. Urge però fare in fretta per migliorare la situazione lavorativa del personale sanitario”. Comincia così l’articolo il Corriere della Sera ha dedicato al problema della carenza di infermieri nelle strutture sanitarie bresciane, interpellando anche Gianmarco Pollini, segretario provinciale di Cisl Fp.
“Sul rinnovo del Contratto di lavoro del personale infermieristico le premesse non sono buone – fanno sapere da Cisl Fp -. Si parla di un aumento del 4%, quando tra mancati rinnovi e andamento inflattivo andrebbe recuperata una percentuale di salario del 15%. E poi c’è il nodo sostanziale della programmazione di medio e lungo periodo dei bisogni del settore sociosanitario”.
Lavorare negli ospedali pubblici e privati o nelle Rsa, scrive il quotidiano, sta diventando sempre più gravoso. L’area dei tecnici e degli infermieri, solo per fare qualche esempio, fa grandi numeri di reperibilità, soprattutto per chi lavora nelle sale operatorie. Si parla di 10/14 turni al mese.
“Ci sono reparti in grande sofferenza – spiega Pollini -. Come le chirurgie, dove trovi infermieri che hanno due anni di ferie arretrate. Nelle sale operatorie c’è bisogno di infermieri specializzati. Non puoi prenderli e metterli lì dopo il concorso”.
Nelle case di riposo, dove l’80% degli infermieri è composto donne, l’aspettativa è che questo impiego venga definito un lavoro gravoso: andare in pensione a 65/70 anni è fisicamente sfiancante. “Serve subito è una pianificazione dell’aspetto organizzativo che favorisca una qualità di vita normale ai lavoratori – conclude il segretario provinciale di Cisl Fp -. Ho degli iscritti infermieri che per disperazione si sono licenziati e hanno iniziato un altro lavoro. Questo non è accettabile”.
Redazione Nurse Times
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