Il commento di Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, sulle misure previste da alcuni emendamenti del Governo alla Manovra 2025 in tema di sanità.
Tra gli emendamenti del Governo alla Manovra 2025 in tema di sanità figurano le misure che prevedono sia una flat tax del 5% sugli straordinari degli infermieri del Ssn sia un contributo di 500 euro mensili per gli specializzandi veterinari, odontoiatri, farmacisti, biologi, chimici, fisici, psicologi. Gli specializzandi in Medicina potranno poi assumere incarichi libero-professionali, anche di collaborazione coordinata e continuativa, presso i servizi sanitari del Ssn o anche strutture sanitarie private per un massimo di otto ore settimanali.
A tali provvedimenti potrebbe aggiungersi nel 2025, almeno per la Lombardia, l’ormai famosa tassa sulla salute applicata ai frontalieri, calcolata tra il 3 e il 6% del reddito netto annuo. Una misura, questa, che si prefigge l’obiettivo di ricavare risorse per aumentare gli stipendi di medici e infermieri delle zone di confine, trattenerli sul territorio e contenerne la fuga verso la Svizzera.
Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, ha così commentato le misure in questione: “Rappresentano certamente un segnale di attenzione verso due categorie professionali fondamentali per il Ssn. Tuttavia, analizzandole più a fondo, emergono evidenti limiti. La flat tax del 5% sugli straordinari degli infermieri è un riconoscimento economico che potrebbe incentivare l’impegno di questi professionisti, già sottoposti a carichi di lavoro insostenibili, ma c’è il rischio concreto che questa misura venga percepita come una spinta a lavorare di più, ignorando la radice del problema: la cronica carenza di personale”.
Aggiunge il presidente Gimbe: “Questo circolo vizioso non fa che aumentare il burnout e peggiorare le condizioni di lavoro. Per essere realmente efficace, questa iniziativa deve essere accompagnata da un piano straordinario di assunzioni, indispensabile per garantire organici adeguati e qualità delle cure”.
Quanto al contributo di 500 euro per gli specializzandi sanitari non medici, come odontoiatri, psicologi e veterinari: “Si tratta di un gesto che riconosce il ruolo strategico di queste figure. Rischia però di suonare più come un intervento di facciata che come un reale supporto. In assenza di un piano equo e continuativo, che coinvolga tutti gli specializzandi in modo strutturale, questa misura rischia di essere percepita come una promessa temporanea, limitata a pochi beneficiari, incapace di risolvere le difficoltà economiche che molti di loro affrontano quotidianamente”.
Conclude il presidente Gimbe: “È positivo che ci sia la volontà di valorizzare il personale sanitario, ma queste proposte non rispondono affatto alle urgenze strutturali del sistema. Non bastano soluzioni tampone per affrontare le criticità che minacciano la sostenibilità e l’equità del nostro Ssn. È indispensabile un approccio più coraggioso e lungimirante, capace di garantire risorse, stabilità e dignità a chi opera in prima linea nella sanità, per tutelare la salute di tutte le persone”.
Redazione Nurse Times
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