Stando alle nuove linee guida pubblicate in Gazzetta Ufficiale, adottate in attuazione di quanto già previsto dalla Legge del 26 maggio per l’affidamento di servizi a terzi, la chiamata di medici e infermieri gettonisti per ovviare alle carenze del personale sanitario potrà avvenire solo per necessità e urgenza, in un’unica occasione, con tariffe orarie precise e senza possibilità di proroga. L’obiettivo principale è contenere i costi e garantire una maggiore stabilità del personale.
Quanto ai compensi, i medici gettonisti potrannoi percepire fino a 85 euro l’ora per il pronto soccorso e la rianimazione, fino ai 75 euro per altri servizi medici, Per gli infermieri, invece, la tariffa massima è di 28 euro l’ora in pronto soccorso e di 25 euro per gli altri servizi.
Il fenomeno dei gettonisti sembra essere particolarmente diffuso nel Nord Italia, concentrandosi soprattutto negli ospedali di piccole e medie dimensioni, meno attrattivi rispetto ai grandi centri urbani. Una relazione della Corte dei conti ha rilevato un incremento del 47% per le collaborazioni temporanee negli ultimi anni, dato che riflette l’aumento del ricorso a medici e infermieri a gettone.
“Ci sono Regioni che fanno bandi in cui programmano la gestione dei pronto soccorso con medici gettonisti per i prossimi due o tre anni: è evidente che ormai il ricorso a questi medici è diventato la norma”, ha dichiarato Giuseppe Milanese, presidente di Confcooperative Sanità, intervistato dal Post.
La Lombardia è tra le Regioni che ha tentato di arginare il fenomeno dei gettonisti in sanità, emanando una delibera nel 2023 che ne vietava l’utilizzo nelle strutture pubbliche. Tuttavia una sentenza del Tar ha parzialmente sospeso questa misura, su ricorso di alcune società private.
Redazione Nurse Times
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