Riprendiamo questa lettera destinata al Santo Padre, scritta da infermieri precari
Caro Francesco, scusaci se ti diamo del tu, ma ti sentiamo uno di noi per la tua umilta’, siamo migliaia di giovani che hanno studiato e lavorato con passione per apprendere il meraviglioso lavoro, che piu’ che un mestiere e’ una missione,una vocazione, fare l’Infermiere.
Ti scriviamo uniti nella disperazione di dover continuare a gravare ancora sulla spalle delle nostre famiglie, che gia’ tanto hanno fatto per mantenerci agli studi perche’ nella nostra bellissima nazione, culla di civilta’ e d’arte non riusciamo a trovare un occupazione, neppure minima, pur essendo coscienti tutti, noi, i colleghi che lavorano e i pazienti soprattutto che c’è un’estremo bisogno di infermieri perche’ la vita va difesa, protetta!
E non vi e’ cosa piu’ bella o emozione piu’ grande di portare sollievo a chi soffre. Carissimo Francesco, sai la nostra laurea non e’ come tutte le altre…In realta’ passiamo tre anni a studiare e allo stesso tempo a far tirocinio nelle corsie…e non e’ facile,non lo e’…perche’ molte volte gli occhi si fanno stanchi,quando magari passi una notte all’ospedale a “lavorare” e magari la mattina devi studiare perche’ hai un esame,quello che sara’ un esame in meno per raggiungere il sogno di diventare INFERMIERE.
Ti chiediamo aiuto, come lo si chiede ad un Padre, al quale affidiamo le nostre speranze, affinche’ tu possa parlare per noi con uno Stato che, agli anziani che hanno lavorato una vita, ha tolto il diritto di morire con dignita’, e a noi giovani ha portato via i sogni.E quando “Uccidi” i sogni dei giovani, “uccidi” il futuro. Saremmo molto felici e onorati, se volessi riceverci in udienza. Ti vogliamo bene.
I tuoi infermieri
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