Per molte migliaia di anni le persone hanno utilizzato il calore per cucinare. Tuttavia, il processo di cottura, durante la preparazione dei sapori, di miscele di odori e colori, può anche portare alla formazione di sostanze dannose. Uno di questi composti è l’acrilammide che durante gli ultimi anni ha destato un grande interesse scientifico e mediatico
Le industrie alimentari hanno adottato delle misure per ridurre la formazione di acrilamide negli alimenti, quali il pane croccante, biscotti e prodotti da forno, patatine, attraverso la ri-focalizzazione dei controlli di qualità, cambiando ricette e procedimenti di cottura. È importante comunque sottolineare che tali procedimenti non possono tenere conto della stagionalità, che ha un impatto significativo sul contenuto dei precursori dell’acrilamide nei prodotti greggi dell’agricoltura.
In generale la cottura degli alimenti presenta molti vantaggi, che non si devono dimenticare. Oltre ad aumentare l’appetibilità e il gusto dei cibi, con la cottura si riduce il rischio di avvelenamento da cibo. Inoltre la cottura rende molti nutrienti essenziali molto più rapidamente disponibili e facilmente utilizzabili dal nostro organismo.
Mentre la ricerca continua a ricercare mezzi per ridurre la formazione di acrilamide durante la cottura di molti alimenti, i consumatori devono evitare una eccessiva cottura (esagerato imbrunimento) degli alimenti. Seguire le istruzioni di cottura riportate sulle confezioni e cucinare con utensili adeguati rappresentano un valido aiuto per raggiungere questo obiettivo. Inoltre i consumatori devono cercare di variare le tecniche di cottura includendo soprattutto la bollitura, la cottura a vapore e metodi simili che contribuiscono a ridurre al minimo la formazione di acrilamide. Tra i prodotti che possono avere elevate quantità di acrilamide ci sono anche gli alimenti ricchi di energia, questi prodotti devono essere consumati con moderazione in una dieta salutare ed equilibrata.
- Tareke E, Rydberg P, Karlsson P, Eriksson S, Törnqvist M. (2002) Analysis of acrylamide, a carcinogen formed in heated foodstuffs. Journal of Agricultural and Food Chemistry. 50(17):4998-5006. doi: 10.1021/jf020302f S0021-8561(02)00302-3
- JECFA Report TRS 930-JECFA 64/8.
- The HEATOX Project, Final Project Leaflet.
- Scientific Committee on Food (2002) Opinion of the Scientific Committee on Food on new findings regarding the presence of acrylamide in food.
- World Health Organisation (WHO). Food Safety section: Frequently asked questions – acrylamide in food.
- European Food Safety Authority, Key Topics section: Acrylamide in food.
- The CIAA Acrylamide ‘Toolbox’.
- Rommens CM, Ye J, Richael C, Swords K. (2006) Improving Potato Storage and Processing Characteristics through All-Native DNA Transformation. Journal of Agricultural and Food Chemistry 54(26):9882-9887. doi: 10.1021/jf062477l S0021-8561(06)02477-0
Aggiornamento giugno 2014:
La Confederazione delle Industrie degli Alimenti e delle Bevande dell’Unione Europea (CIAA) ha ufficialmente cambiato la propria denominazione nel giugno 2011 ed è oggi nota come FoodDrinkEurope (FDE).
Il progetto europeo HEATOX si è concluso a novembre 2007 e i suoi risultati sono stati inclusi nel Manuale dell’acrilamide pubblicato da FDA (ex CIAA), che viene costantemente aggiornato sulla base delle ultime scoperte scientifiche.
Nel gennaio 2014 FDE ha pubblicato una serie aggiornata di opuscoli specifici di settore basati sul Manuale dell’acrilamide e disponibili in 23 lingue europee, che contengono gli ultimi strumenti per aiutare le aziende alimentari europee a mitigare la formazione di acrilamide in certi cibi e prodotti alimentari.
Il rapporto più recente sull’acrilamide redatto dal JECFA, il Comitato congiunto di esperti sugli additivi alimentari, è stato pubblicato nel 2011 e fa parte della valutazione condotta dal JECFA su alcuni contaminanti degli alimenti. Il JECFA ha riportato che gli alimenti che contribuiscono maggiormente al consumo totale di acrilamide per la maggior parte dei paesi sono le patate fritte a bastoncino (10-60%), le patatine croccanti (10-22%), dolci e biscotti (10-15%) e pane e panini/toast (13-34%), mentre altri alimenti contribuiscono meno del 10% sul totale.
La Commissione Europea ha redatto delle raccomandazioni per gli stati membri (2007/331/CE) nel 2007 riguardanti il monitoraggio dei livelli di acrilamide in quegli alimenti noti per il loro elevato contenuto di acrilamide e quelli che vengono significativamente consumati giornalmente nel regime alimentare umano.
All’inizio del 2011 la Commissione Europea ha comunicato livelli indicativi di acrilamide in alcuni alimenti sulla base dei dati europei di monitoraggio. I valori indicativi non rappresentano una soglia di sicurezza e servono esclusivamente a segnalare la necessità di un’indagine da parte delle autorità competenti e per individuare le cause di superamento del livello. Tali valori indicativi sono stati aggiornati nel novembre 2013.
Nel 2012 l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha pubblicato i dati europei sui livelli di acrilamide in vari alimenti rilevati dal 2007 al 2010 e sono stati utilizzati come misura per verificare se le strategie individuate nell’approccio del Manuale sono state implementate con successo dal settore alimentare europeo. La rilevazione di prove di efficacia dell’approccio del Manuale nel settore alimentare è importante per informare le future discussioni degli stati membri europei su come affrontano la questione dell’acrilamide. I dati europei hanno riportato l’analisi di 10 categorie alimentari diverse, sebbene alcuni campioni di esse fossero di piccole dimensioni come ad esempio per le patatine croccanti, nel cui caso lo studio non ha rilevato una tendenza alla diminuzione dei livelli di acrilamide. I valori indicativi di acrilamide consigliati dalla Commissione Europea e basati sui dati di monitoraggio del 2010 sono stati superati nel 3-20% di campioni prelevati da diverse categorie alimentari. Il rapporto ha concluso che sono necessarie un’estensione del periodo di tempo e descrizioni dettagliate delle provenienze dei campioni alimentari per una valutazione più accurata della tendenza.
Il rapporto dello studio pubblicato nel 2013 sull’analisi di una molto più ambia database per le concentrazioni di acrilamide nelle patatine croccanti dal 2002 al 2011 ha mostrato che, in contrasto con rilevazioni precedenti, una generale tendenza di diminuzione nel tempo dei livelli di acrilamide era sostenuta durante tale periodo.
L’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, sta attualmente conducendo una valutazione per accertare la correlazione fra l’acrilamide e la salute umana, le cui conclusioni terranno conto dei relativi sviluppi internazionali, fra cui il lavoro svolto dal JECFA. La versione finale del rapporto disponibile a pubblica consultazione è prevista a giugno 2014. Il feedback ricevuto assisterà nella formazione dell’opinione scientifica finale prevista nel 2015.
Testi di riferimento
1. FoodDrinkEurope, Acrylamide Pamphlets, January 2014. Available here (Accessed 22nd May, 2014).
2. Evaluation of certain contaminants in food (Seventy-second report of the Joint FAO/WHO Expert Committee on Food Additives). WHO Technical Report Series, No. 959, 2011. Available here (Accessed 22nd May, 2014).
3. European Commission Recommendation of 3 May 2007 on the monitoring of acrylamide levels in food (2007/331/EC). Available here (Accessed 23rd May, 2014).
4. Commission recommendation of on investigations into the levels of acrylamide in food, Brussels, 10.1.2011 C(2010) 9681 final. Available here (Accessed 23rd May, 2014).
5. European Food Safety Authority; Update on acrylamide levels in food from monitoring years 2007 to 2010, EFSA Journal 2012;10(10):2938. Available here (Accessed 23rd May, 2014).
6. Powers et al. (2013) Acrylamide concentrations in potato crisps in Europe from 2002 to 2011, Food Additives & Contaminants: Part A, 2013. Available here (Accessed 23rd May, 2014).
Massimo Randolfi
Fonte: eufic.org (European Food Information Council)
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